La sardina Lorenzo Donnoli e l’aggressione che sfocia in omofobia: «Mi ha chiamato fr*cio di me*da, non etero di me*da»

Lorenzo Donnoli, numero due del movimento delle Sardine, ha raccontato tramite social di un’aggressione omofoba subita per difendere qualcuno da un’aggressione razzista. Siamo nel 2020, in Italia, eppure si rende ancora necessario dover difendere qualcuno dal razzismo palesemente esibito in pubblico diventando, a propria volta, bersaglio in quanto omosessuali. «”Frocio di merda” e fa per picchiarmi. Non “etero di merda”», comincia così il post di denuncia. Tutto per sottolineare che quella legge contro l’omobitrasnfobia potrebbe far sì che soggetti come quello che ha attaccato Donnoli ci pensino due volte prima di aggredire verbalmente e fisicamente le persone LGBTQ.

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L’aggressione omofoba a Lorenzo Donnoli

 

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‘’Frocio di merda’’ e fa per picchiarmi. Non ‘’etero di merda’’. Ieri sono arrivato al lavoro in lieve anticipo e mentre andavo a cambiarmi mi becco una scena oscena. Un ragazzo (purtroppo da specificare: con un background dal subcontinente indiano) chiede gentilmente di sedersi ad un uomo italiano sulla 50ina, seduto in solitudine su panchina da 4 posti. La risposta è incivile e fuori luogo, accompagnata da scuse ridicole come ‘‘dopo arrivano i miei amici’’ e ad offese pesanti ‘’stronzo, pezzo di merda, te ne devi andare’’ e via dicendo. È la panchina davanti a dove lavoriamo, nel centro di un parco inclusivo fra colleghi con diversi tipi di nazionalità e disabilità, e gli ho detto che non stesse a lui decidere chi possa sedersi sulla panchina di un parco pubblico. E che oltre ad essere un razzista era pure un gran maleducato. Sul momento, stizzito, fa per andarsene. Tempo 5 minuti lo vedo tornare in bicicletta in tutta fretta (ero al telefono per una questione di lavoro nei minuti prima del turno) e il tizio in questione è tornato per urlarmi deliri di ogni tipo, fra cui ‘’frocio di merda’’ avvicinandosi fisicamente con fare aggressivo e l’intenzione chiara di picchiarmi. Sono intervenute alcune colleghe fortunatamente, capendo che stava per menarmi, che come vari clienti avevano assistito al teatrino violento di questa ‘’persona’’, e mi sono rinchiuso all’interno (e ha continuato a darmi addosso anche costretto all’esterno…) Non è cafonaggine e non è libertà questa: essere liberi di insultare e picchiare qualcuno solo perché libero, lui/lei sì, di amare non è libertà. È un reato, che da troppi anni non è legge in Italia, nell’imbarazzo dell’Europa. O meglio dovrebbe già esserlo, quando inizierà una reale stagione dei diritti in questo paese? Educando contro il bullismo nelle scuole e nelle famiglie, sostenendo i centri anti violenza. Con una legge di contrasto alla violenza omotransfobica, con una legge che introduca il matrimonio egualitario e le adozioni anche per le persone Lgbt. Ci vuole uguaglianza. E rispetto

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Come si legge nel lungo post di denuncia, Lorenzo Donnoli è intervenuto per difendere qualcun altro – vittima di razzismo – diventando a sua volta vittima di omofobia. L’uomo che l’ha aggredito è stato ripreso verbalmente dalla sardina per essere stato razzista e maleducato con un’altra persone. In un primo momento l’aggressore se ne è andato per poi tornare – dopo qualche minuto – e cominciare a urlare «deliri di ogni tipo, fra cui ‘’frocio di merda’’ avvicinandosi fisicamente con fare aggressivo e l’intenzione chiara di picchiarmi». Grazie all’intervento di alcune colleghe di Donnoli la situazione è stata sedata e non è sfociata in qualcosa di peggio.

«Un reato che da troppi anni in Italia non è legge, nell’imabarazzo dell’Europa»

Così Donnoli definisce quanto accaduto, spostando l’attenzione sul ddl Zan, la legge contro l’omobitransfobia di cui – evidentemente – c’è un gran bisogno. La risposta a chi parla di eterofobia è chiara: nessuno è mai stato aggredito verbalmente o fisicamente perché eterosessuale. E, in ogni casi, la legge contro l’omobistransfobia protegge dalle aggressioni basate sull’orientamento sessuale e – in lingua italiana – ciò vuol dire che anche gli eterosessuali sono protetti dalle discriminazioni in quanto eterosessuali. Dell’aggressione omofoba Donnoli ha parlato ai microfoni di Open, fornendo maggiori dettagli: è arrivato «a un centimetro dalla mia»» e ha cominciato a gridare «Sei un frocio di merda, io ti ammazzo!».

(Immagine copertina dal profilo Instagram)

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