Le Sardine sfrattate da Bibbiano: «Lasciate la piazza a Salvini»

Bibbiano, comune della provincia di Reggio Emilia, in Emilia Romagna, è finito suo malgrado al centro di una querelle politica tra le Sardine e Matteo Salvini. La Lega aveva infatti previsto di tenere un comizio di chiusura della campagna elettorale (a cui parteciperebbero Matteo Salvini e la candidata presidente Lucia Bergonzoni) per il prossimo 23 gennaio proprio nel piccolo centro emiliano, salvo poi scoprire che la piazza, quel giorno, è occupata dalle Sardine. È stato Mattia Santori, leader del movimento, a firmare due settimane fa un modulo e a consegnarlo in prefettura per richiedere la disponibilità all’uso dello spazio. Ma c’è un colpo di scena.

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La questura alle Sardine: «Lasciate la piazza a Salvini»

Secondo un’indiscrezione pubblicata sulle pagine del Fatto Quotidiano, la questura di Reggio Emilia avrebbe chiesto alle Sardine di lasciare la piazza alla Lega: «Sulla base di una regola da campagna elettorale, i partiti hanno la prelazione su qualsiasi spazio pubblico rispetto a associazioni o enti non candidati alla competizione: per questo, e per evitare altre polemiche, alle sardine sarebbe (il condizionale è d’obbligo) stato chiesto di fare un passo indietro», si legge sul quotidiano romano. «Virtuale e reale: cambiare giorno, venendo meno però al principio del flash-mob anti propaganda sovranista, o luogo. A Bibbiano, comune simbolo suo malgrado dell’inchiesta sui presunti abusi nella gestione degli affidi, non ci sono però molti spazi ampi come piazza della Repubblica, davanti al Municipio. A occhio qui possono starci 4.000 forse 5.000 persone, in quelle limitrofe al massimo duemila persone».

L’allarme bomba a Bibbiano

Ma non è tutto. Bibbiano sembra senza pace. Ieri, l’ufficio dello sportello sociale ha ricevuto più chiamate anonime che avvertivano della possibile presenza di ua bomba pronta a esplodere all’interno della struttura. Le minacce non si sono concretizzate, ma comunque il comune è stato costretto a evacuare i suoi dipendenti.

[CREDIT PHOTO: WIKIMEDIA COMMONS]

 

 

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