Danno del “puntiniano” a Santoro, ma la serata di La7 supera quella di Rete4 con Lavrov

Gli ascolti di Non è l'arena e Zona Bianca, che hanno visto l'intervento in contemporanea di Santoro e Lavrov, riflettono l'affidabilità di Santoro per il pubblico

02/05/2022 di Redazione

«Mi rattrista ascoltare Santoro che giustifica un dittatore sanguinario e mi preoccupa oltremodo constatare questa deriva autoritaria in Italia»: queste le parole twittate da Rula Jebral rispetto alle quali Michele Santoro si è difeso – nella serata di ieri – parlando con Giletti a Non e l’arena. Proprio in quei minuti si sovrapponeva a lui Sergey Lavrov, ministro degli Esteri russi, che ha parlato per circa 40 minuti ai microfoni di Zona Bianca (Rete 4) senza un contraddittorio adeguato alla situazione. Pioggia di critiche, quindi, per Mediaset che ha scelto di ospitare il ministro – seppure, secondo i criteri giornalistici, non sia quello il problema – ma anche un confronto da fare basandosi sul report degli ascolti e il confronto tra le due trasmissioni.

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Stando agli ascolti Santoro non viene percepito come propagandista

Considerata la sovrapposizione dei due interventi a livello e la durata simile – quello di Santoro, nello specifico, è durato circa una decina di minuti in meno, per un totale di 32 minuti dalle 21.44 alle 22.16 – il grafico restituisce quanto segue. Eccetto per l’evidente momento del calo negli ascolti, che corrisponde a una pausa pubblicitaria, l’intervento di Michele Santoro intervistato da Giletti su La 7 ha ha ottenuto l’attenzione di un numero maggiore di ascoltatori. Andando a guardare i dati in termini assoluti rispetto ai programmi il tutto viene confermato da quel 6,7% di share registrato da Non è l’arena rispetto a Zona Bianca, che si è fermato al 6,5%.

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In virtù di questi dati c’è un ragionamento che è possibile fare rispetto alla percezione che il pubblico televisivo ha di Michele Santoro e alla scelta che è stata fatta e che in questi dati si sostanzia: Michele Santoro viene effettivamente percepito come affidabile, non propagandistico e contrario – come lui stesso ha sostenuto con forza in questi giorni, rispondendo a chi dice il contrario – alla Russia a prescindere da quelli che sono i ragionamenti fatti rispetto all’invio o meno delle armi in Ucraina.

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