Parla l’ex compagna di Matteo Salvini: «Parole allusive e meschine di Sanfilippo su nostra figlia»

08/09/2019 di Enzo Boldi

«Parole meschine e allusive». Con toni forti, ma garbati, prende la parola Giulia Martinelli, ex compagna di Matteo Salvini e madre di Mirta, la bambina nata dalla loro unione nel dicembre 2012. La donna, esponente della Lega che lavora da diverso tempo nell’amministrazione della Regione Lombardia, ha scritto una lettera indirizzata a Vittorio Feltri che ha deciso di pubblicarla in prima pagina sull’edizione di Libero di domenica 8 settembre. Nelle sue parole la rabbia contro Fabio Sanfilippo, il caporedattore del Gr di RadioRai che nei giorni scorsi aveva citato in un suo post quella bambina in un violento attacco dialettico nei confronti del segretario del Carroccio.

«Dolore. Quello che ho provato nel leggere due giorni fa le parole allusive e meschine scritte e pubblicate su mia figlia Mirta e sul suo papà – scrive Giulia Martinelli nella sua lettera aperta a Libero -. Dolore per chi dice di amare e non odiare, per chi è padre, per chi ha la grande fortuna di avere avuto il dono di figli da crescere ed educare».

L’ex compagna di Salvini replica a Sanfilippo

I toni diventano sempre più accesi nel corso della lettera scritta dall’ex compagna di Matteo Salvini su quanto postato dal giornalista Rai Fabio Sanfilippo. «Rabbrividisco di fronte a un padre che travolge e minaccia la nostra intimità coinvolgendo una bambina di sei anni che ignora e nulla ha a che fare con le vicende politiche – prosegue Giulia Martinelli -. Mi tremano le mani».

Gratuito, miserabile e ignorante

L’ex compagna del leader della Lega – al quale è stata unita per quattro anni con la piccola Mirta frutto del loro amore nata nel 2012 – sottolinea di non aver mai preso la parola per replicare e rispondere. Fino a oggi, quando la misura è stata superata da Fabio Sanfilippo. «Sfregiare la loro intimità e il loro equilibrio psicologico a fini politici è un delitto giornalistico imperdonabile – conclude Giulia Martinelli nella sua lettera -. Perché gratuito, miserabile e soprattutto ignorante».

(foto di copertina: ANSA/FLAVIO LO SCALZO)

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