Salvini e il sequestro dei fondi: «Lega ci chiamiamo e Lega ci chiameremo»

07/09/2018 di Redazione

«Lega ci chiamiamo e Lega ci chiameremo. E a meno che non me lo sequestrino, il cognome Salvini me lo tengo. Anche se questi tempi non si sa mai». Commenta così il ministro dell’Interno Matteo Salvini la decisione del Riesame di Genova di accogliere il ricorso sul sequestro dei fondi del suo partito, in relazione alla truffa ai danni dello stato per rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010, stimata in 49 milioni di euro. In un colloquio con il Corriere della Sera il segretario della Lega espone la sua strategia, precisando di non voler chiede aiuto al presidente della Repubblica.

Il sequestro dei fondi della Lega, Salvini: «Io non mi appello al Quirinale»

«Quello che mi fa rabbia – ha detto Salvini – è che i venti euro che l’altra sera una signora ha voluto mettermi in mano sono sequestrati. Le donazioni, quello che operai e pensionati vogliono dare alla Lega perché credono in quello che stiamo facendo, tràc, vengono ingoiati». E ancora: «Adesso non cambia niente: quelle scelte le faremo quando vorremo noi e ora resta tutto come prima. Noi non ci facciamo dettare nulla dalle procure. Poi se qualcuno volesse pensarci…». Niente appelli al capo dello Stato: «È chiaro, io non chiedo nulla. Se sembra normale che quello che viene dato come il primo partito italiano sia messo fuori legge, per me sta bene. Certo, un sequestro preventivo del genere su una sentenza non definitiva, un filo stupisce… Dico solo agli amici della Procura di Genova che è perfettamente inutile andare in giro per l’Europa a cercare soldi che non ci sono».

Per quanto riguarda le modifiche al nome del partito per evitare i sequestri, stando a quanto riporta Repubblica, Salvini starebbe pensando di non archiviare il nome attraverso un ritocco. Dalle parti del Carroccio si pensa ad esempio di aggiungere al nome Lega formule come ‘Prima gli italiani’. Su questo, però, molto dipenderà da cosa consiglieranno gli avvocati.

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / LUIGI MISTRULLI)

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