Salvini crea una nuova Lega e si tiene lontano dai debiti del vecchio partito
24/01/2018 di Redazione
Dalla vecchia Lega Nord a una Lega nuova di zecca. Un escamotage che potrebbe servire per non pagare la montagna di debiti dovuta dal partito originario. È il piano di Matteo Salvini di cui parla oggi Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Davide Vecchi. Il segretario, leader di quel Carroccio che fu movimento federalista di una sola parte del Paese, in questi mesi ha lavorato e lavora tuttora per creare una formazione parallela ed evitare i fastidi della Procura di Genova (che ha condannato la Lega Nord a restituire oltre 40 milioni di euro di rimborsi elettorali utilizzati in maniera impropria ai tempi di Umberto Bossi).
Il nuovo partito di Salvini con nuovo simbolo e statuto
Salvini, come ricostruisce Il Fatto, nella veste di segretario della ‘Lega Nord per l’Indipendenza della Padania’ ha già deliberato in vista della presentazione delle liste per le Politiche del 4 marzo la variazione del simbolo in ‘Lega per Salvini Premier’. Contemporaneamente il segretario ha fondato un nuovo partito proprio con il nuovo nome ‘Lega per Salvini Premier’, che sarà anche quello dei gruppi parlamentari nella prossima legislatura. Scrive Vecchi:
Lo Statuto del nuovo partito ‘Lega per Salvini premier’ è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale a dicembre e già depositato al Senato grazie al solito Roberto Calderoli che si è prestato a fare da Caronte nei meandri parlamentari al nuovo capo, così come fece con Umberto Bossi prima e con Roberto Maroni poi. Il medico bergamasco, lo scorso 15 novembre, ha lasciato il gruppo di Palazzo Madama della Lega Nord, con la quale era stato eletto per la prima volta nel 1994, per iscriversi al Misto e da qui poi autoproclamarsi gruppo e capogruppo della “Lega per Salvini premier”. La mossa, apparentemente insignificante, in realtà è foriera di conseguenze. Una su tutte: i soldi raccolti attraverso il due per mille, unica forma di finanziamento riconosciuta ai partiti dopo l’eliminazione dei rimborsi elettorali, finiranno così nelle casse del nuovo soggetto. Ma il tribunale di Genova tutto vuole fuorché rinunciare a quanto il Carroccio deve restituire alle casse dello Stato. L’aspetto non è secondario.
Umberto Bossi è stato condannato con l’ex tesoriere Francesco Belsito e altri compagni di partito per truffa allo Stato lo scorso luglio. A settembre il Tribunale ha disposto la confisca di 48 milioni dai fondi del partito e bloccato i conti correnti. Ma sono stati raccolti appena 2 milioni. La vicenda è complessa. La Lega infatti successivamente ha presentato ricorso e si è vista riconoscere una confisca diretta. Ciò significa – si legge ancora sul Fatto – che i conti correnti sono stati sbloccati e la parte mancante del maltolto può essere ora recuperata solo con una nuova sentenza. La procura di Genova si è opposta. Adesso si attende il parere della Cassazione, che potrebbe anche stabilire una confisca perpetua dei fondi fino al raggiungimento della cifra dovuta.
Il tesoriere Giulio Centemero smentisce la manovra del nuovo partito per evitare i debiti. «Figurarsi se lo abbiamo fatto per pagare i fondi dai sequestri del Tribunale». L’ultima entrata garantita – spiega Il Fatto – sarà quella del 2 per mille assegnato alla Lega nell’ultimo anno: 1,9 milioni. Poi ogni trasferimento finirà nelle casse del nuovo partito.
(Foto: ANSA / GIORGIO ONORATI)