Salvini torna a corteggiare il Movimento 5 Stelle
16/08/2019 di Enzo Boldi
Nel copione dello spettacolo da teatro dell’assurdo che risponde al nome di ‘governo gialloverde’, ecco il colpo di scena di Ferragosto. Il palcoscenico è quello di Castel Volturno, il protagonista è Matteo Salvini mentre l’antagonista è il Movimento 5 Stelle che però, nel corso della trama, torna a essere una spalla che sorregge la narrazione politica. Ed è così che il leader della Lega, dopo gli ultimi torridi giorni di scontri, insulti, minacce ed esecutivi – di fatto – caduti, torna ad aprire la porta proprio a quei pentastellati criticati fino alla sera prima dalla 16esima tappa del suo Beach Tour a La Spezia.
Un voltagabbana di sé stesso. «Il mio telefono è sempre acceso», ha detto Matteo Salvini rispondendo a una domanda dei cronisti che gli chiedevano se ci fossero possibilità di ricucire la frattura con quelli che fino all’altro ieri sembravano essere degli ex alleati di governo. Il tutto perché, solo qualche minuto prima, aveva detto di voler continuar a essere ministro dell’Interno a lungo. Nel corso della stessa conferenza stampa a Castel Volturno, il leader della Lega ha anche parlato di cosa deve accadere per riportare il cielo azzurro sulla maggioranza gialloverde.
Salvini vuole i ministri del Sì
«Questo governo si è fermato sui troppi no: alla Tav, all’autonomia, alla riforma fiscale, alla riforma della giustizia. Di no l’Italia muore, un governo muore, abbiamo bisogno di sì, se qualcuno dice sì ragioniamo». Questa la ricetta data da Matteo Salvini a Castel Volturno. Parole che hanno il sapore di un segnale al Movimento 5 Stelle: una proposta di rimpasto di governo per andare avanti come se nulla fosse accaduto in questi giorni che hanno accompagnato gli italiani al Ferragosto con un governo non solo in bilico, ma sprofondato nelle diversità di ideali di chi lo sta guidando.
I giri immensi…
E nel mirino di Matteo Salvini ci sono sempre gli stessi ministri: da Danilo Toninelli a Elisabetta Trenta, fino ad arrivare anche a uno dei fedelissimi di Luigi Di Maio: il ministro di Grazia e Giustizia Alfonso Bonafede. Il Movimento 5 Stelle si è stretto compatto, chiudendo le porte a questa ipotesi. In politica, però, non si sa mai (basti pensare all’amor sbocciato tra alcuni militanti del Pd e lo stesso M5S) e può valere il brano di Antonello Venditti: «Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano».
(foto di copertina: Fabio Sasso/ZUMA Wire)