Salvini davanti al giudice non parlerà: «Totale fiducia nella giustizia»

Il leader della Lega dà un piccolo anticipo del processo del 3 ottobre

02/10/2020 di Gianmichele Laino

È diventata ormai una lunghissima vigilia. Un po’ come quelle delle squadre di calcio che vanno ad affrontare una sfida importante. Matteo Salvini davanti al giudice a Catania: l’appuntamento è per domani 3 ottobre, come anticipato – abbondantemente e via social network – dallo stesso leader della Lega che, nei giorni scorsi, si era addirittura inventato un countdown per scandire il tempo prima dell’udienza del processo sulla nave Gregoretti della Guardia Costiera.

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Salvini davanti al giudice nel processo a Catania

A fine luglio del 2019, infatti, Matteo Salvini aveva lasciato su quella nave, per diversi giorni, 113 persone ritardandone lo sbarco. Un comportamento sul quale il tribunale dei ministri avrebbe ravvisato gli estremi per un procedimento per sequestro di persona e ha chiesto pertanto l’autorizzazione a procedere, poi concessa, al Senato. Ma in questi giorni della lunghissima vigilia, il leader della Lega sta già dando anticipazioni rispetto a quello che succederà in aula a Catania.

Infatti, Matteo Salvini ha affermato – nel corso di un incontro al quale ha partecipato anche Maria Giovanna Maglie – che davanti al giudice non parlerà: «Sono tranquillo – ha detto -, penso di avere fatto il mio dovere. Ho totale fiducia nella giustizia italiana. Domani davanti al Gup non parlerò. Abbiamo scritto che abbiamo salvato vite, non si è fatto male nessuno e non si è ferito nessuno e dato l’onore all’Italia, rispettato le leggi e svegliato l’Europa».

La strategia di Salvini davanti al giudice: bagno di folla, ma nessuna parola

Molto rumore per nulla, dunque. Oltre al raduno della maggior parte degli esponenti della Lega a Catania (e del popolo del Carroccio, pronto a organizzare una sorta di Pontida del sud Italia), domani sono attesi a Catania anche gli altri leader del centrodestra, da Giorgia Meloni ad Antonio Tajani. La volontà di dare un segno di unità della coalizione. Tuttavia, nonostante abbia già presentato e pubblicato online la sua memoria difensiva per cercare di smontare la tesi degli inquirenti, Matteo Salvini ha dichiarato che non proferirà parola in tribunale. Il bagno di folla, insomma, va bene. Nessun elemento in più, però, per favorire l’iter della giustizia in merito al suo caso.

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