Salvini prova a scatenare i suoi followers contro la Boldrini: la rete gli si ritorce contro

Che il numeroso e costoso staff della comunicazione di Matteo Salvini abbia perso colpi? Probabile, visto l’effetto di questo tweet, che puntava a denigrare Laura Boldrini e la sua partecipazione alla grande manifestazione antirazzista di Milano (People – Prima le persone) e che, invece, è tornato indietro come un boomerang. Matteo Salvini – utilizzando una strategia impiegata già diverse volte contro chi manifesta il dissenso nei suoi confronti – ha cercato di dare in pasto alla sua rete un video in cui l’ex presidente della Camera partecipava alle danze della piazza, aspettandosi poi una vastissima eco dai suoi followers, puntando a stuzzicare i loro istinti più beceri. Invece, sorpresa.

Salvini contro Boldrini per la manifestazione di Milano, il suo video è un boomerang

I commenti sono 835, la maggior parte difende Laura Boldrini e attacca il ministro dell’Interno per l’utilizzo spregiudicato dei suoi canali social. Una vera e propria ritirata su tutti i fronti, sotto i colpi di utenti di Twitter che non hanno apprezzato affatto il montaggio fatto dallo staff della comunicazione del ministro che, tra le altre cose, mostrava le scene in cui la Boldrini ballava in versione sempre più velocizzata.

Esempi su esempi, che dimostrano il cortocircuito de “La Bestia“, il famoso sistema di comunicazione sui social network messo in piedi da Luca Morisi. Per avere un confronto tra due stili diversi di fare comunicazione politica, si pensi, ad esempio, al video delle danze pubblicato sull’account Twitter di Laura Boldrini il giorno stesso della manifestazione di Milano.

La comunicazione dell’odio di Matteo Salvini scricchiola

Oltre ad avere una portata maggiore dal punto di vista della condivisione, dei like e dei commenti, il tweet di Laura Boldrini ha fatto letteralmente impazzire i followers, che hanno circondato l’ex presidente della Camera di attestati di solidarietà e l’hanno voluta ringraziare per il messaggio trasmesso nel corso della manifestazione di Milano. È la differenza tra una comunicazione gentile e basata sui contenuti, rispetto a quella degli slogan e delle offese personali.

A chi giova, dunque, questa strategia della denigrazione utilizzata da Matteo Salvini? Purtroppo è ancora troppo funzionale quando si tratta di attaccare personaggi che non hanno un volto pubblico. Si pensi al caso di Giulia, la ragazza che partecipava alla manifestazione e che aveva mostrato il cartello «Meglio buonista e puttana che fascista e salviniana». I privati cittadini sono ancora troppo esposti a questo modo di comunicare di Matteo Salvini: non vengono riconosciuti come persone da tutelare, ma solo come bersagli facili. Verso i quali l’odio degli haters e dei leoni da tastiera può liberarsi indisturbato.

Share this article