Salvini a testa in giù come Mussolini. Il leader della Lega querela candidato Pd di Pavia

I social sono, da tempo, il modo per sentirsi liberi di esprimere il proprio pensiero, pensando di non subirne le conseguenze. Forse Ottavio Giulio Rizzo, candidato del Pd a Pavia, deve aver sottovalutato l’impatto mediatico della sua condivisione su Facebook e ora rischia veramente tanto. Matteo Salvini come Mussolini: è questa la sintesi della fotografia pubblicata sul proprio profilo social e che ora, come annunciato dal leader della Lega, porterà a una querela nei suoi confronti.

Il candidato del Partito Democratico a Pavia aveva scelto quel parallelo, che da tempo gira sui social, sulla vicinanza delle parole di Matteo Salvini alle politiche neofasciste o non dissimili a quelle di Benito Mussolini durante il ventennio fascista. Il tutto partito da quel comizio del leader della Lega dal contestato balcone di Forlì, da dove il duce aveva assistito all’uccisione di alcuni partigiani, poi impiccati ai lampioni, e dove lo stesso Mussolini tenne alcuni comizi. E il commento a quella foto era sferzante: «Oh, se ci tiene tanto a rievocarlo, tenga presente che piazzale Loreto verrà finalmente trasformata in una piazza pedonale».

 

Salvini come Mussolini. E il leader della Lega lo querela

Una mossa – quella di Ottavio Giulio Rizzo – che, al netto dell’ideale politico, non sembra esser stata molto azzeccata e che adesso rischia di costargli molto cara. Il leader della Lega, infatti, non ha gradito l’ennesimo paragone Salvini come Mussolini e ha annunciato di aver pronta una querela nei confronti del candidato del Partito Democratico di Pavia.

 

Il candidato Pd rincara la dose: lui eviti di rievocare il duce

Lo stesso candidato del Pd ha rimosso quel post, e qualche ora dopo ha scritto un lungo post su Facebook: «Ovviamente non auspico l’impiccagione di chicchessia, non fosse per il banalissimo punto che le sentenze capitali sono contrarie all’ordinamento costituzionale nonché all’insegnamento della Chiesa. Salvini per tirar su un mezzo punto percentuale in più oltrepassa il limite che un uomo politico dovrebbe tenere invece sempre ben fermo: va a solleticare gli istinti dei nostalgici del, come lo definiva il Gran Lombardo, luetico ed eredoluetico. Ed è a questo punto che qualsiasi italiano, essere di destra o di sinistra non c’entra nulla, dovrebbe avere come dovere civile la replica indignata. Salvini stia lontano dal rievocare la memoria di Mussolini, e tutti staranno lontani dal rammentargli la giusta (per il contesto storico dell’aprile 1945) fine di Mussolini».

(foto di copertina: da Facebook)

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