Salvini ha detto che, pur di fare il governo con Di Maio, gli porterebbe la colazione a letto

«Se volete gli porto la colazione a letto» dice Matteo Salvini a proposito di Luigi Di Maio. Nel corso di una conferenza stampa al termine della direzione federale del partito in via Bellerio a Milano, il leader della Lega fa il punto sulla formazione di un nuovo governo e sull’eventualità di affidare l’incarico a una figura terza, estranea ai meccanismi della politica. E se Di Maio invoca la piazza per evitare che ciò accada, Salvini si affida a cornetto e caffè.

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Salvini colazione a letto per Di Maio: Lega e M5S ci riprovano?

«Dove c’è Renzi, non ci sono io – ha affermato il leader della Lega -, mi rifiuto di mandare Alfano al Consiglio europeo di giugno, ci sarà un altro governo in carica e non un Gentiloni-bis. ui giornali sto leggendo di nomi di candidati premier a cui io dico di no: non appoggerò mai governi guidati da dame di compagnia della Commissione europea».

Poi, la battuta sulla colazione a letto per Di Maio: Salvini è disposto anche ad accettare un premier non leghista, pur di dare un governo politico al Paese. «Se di governo tecnico, di scopo o istituzionale, l’incarico – ha affermato – va dato partendo da chi ha vinto le elezioni, escludo qualsiasi tecnico alla Monti. E ribadisco l’invito a M5S come fare insieme un governo a tempo per fare poche cose e bene, con un orizzonte che arrivi a dicembre 2018».

Salvini colazione a letto per Di Maio per fare legge elettorale e bloccare l’Iva

Nonostante le scaramucce dei giorni scorsi e l’improvvisa apertura di Di Maio al Partito Democratico (poi rispedita al mittente per cause di forza maggiore – Renzi), Salvini è pronto a perdonare quello che è diventato un alleato in pectore, ma che non riesce mai a fare il passo decisivo nella direzione del leader della Lega: «Si può chiedere al presidente Mattarella un governo che si faccia carico di fare in fretta e bene poche cose – ha chiuso Salvini -: una legge elettorale che mandi al governo chi prende un voto in più, come le regionali, bloccare iva e accise rispettando parametri europei, andare a Bruxelles a dire che prima viene l’interesse nazionale, iniziando a respingere il nuovo bilancio Ue».

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