“Arrestati per droga i genitori del ragazzo a cui Salvini citofonò” non vuol dire che il leghista fosse nel giusto

Che i genitori del ragazzino a cui Salvini ha citofonato a Bologna siano stati arrestati per spaccio non lo fa passare automaticamente dalla parte del giusto

27/01/2021 di Ilaria Roncone

È la notizia di oggi, celebrata dal consigliere regionale della Lega Michele Facci e da Matteo Salvini stesso sui social: i genitori del ragazzo della «citofonata con Salvini» sono stati arrestati per spaccio. Andiamo indietro di un anno, alla fine della campagna elettorale di Matteo Salvini in Emilia-Romagna. Uno dei suoi ultimi gesti – il più eclatante – fu recarsi, con folla e telecamere a seguito, di fronte a un palazzo e citofonare a quello che sarebbe stato uno spacciatore. «Scusi, lei spaccia?», chiedeva il leader leghista, mettendosi in mostra per aver raccolto la segnalazione di una signora.

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Salvini Citofono: «Tempo galantuomo»


Che oggi i genitori del ragazzino, all’epoca dei fatti minorenni, siano stati arrestati non riabilita l’immagine di Salvini in quel contesto. «Blitz anti-droga a Bologna.
Il tempo è galantuomo», scrive il leader della Lega commentando i fatti. Le accuse per i due – lui di origine tunisina, lei nata in Svizzera – sono per spaccio e detenzione di stupefacenti oltre a possesso di armi e soldi falsi. Tutto è frutto del lavoro dei carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro che, in seguito alle azioni sospette di un acquirente, hanno identificato l’appartamento facendo irruzione trovando tutta una serie di materiali illegali (tra il resto, 13 grammi di cocaina, 170 grammi di marijuana e 384 grammi di hashish).

Perché non ha senso che Salvini e la Lega gioiscano

Come sottolinea Selvaggia Lucarelli, in primis, dare dello spacciatore a qualcuno – aggiungo pubblicamente e a favore delle telecamere – senza avere alcuna prova e che poi questo qualcuno si riveli esserlo dopo un anno non ti porta dalla parte del giusto. Matteo Salvini ha agito, come ampiamente chiarito, per una mera questione di propaganda elettorale e non facendo il reale interesse dei cittadini, coinvolgendo anche un carabiniere. Carabiniere che, alla fine dei conti, è stato punito con un provvedimento disciplinare perché avrebbe fatto da tramite tra Salvini e la famiglia che aveva denunciato la cosa, consentendo così al leader leghista di mettere in scena il suo show. Senza contare, poi, la reputazione del ragazzino minorenne che si è visto dare dello spacciatore pubblicamente e che ha dovuto pagare le conseguenze dell’accaduto.

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