Alla fine, per la citofonata di Salvini a Bologna a pagare è un carabiniere

Sanzione disciplinare per il militare

21/09/2020 di Redazione

«Scusi, lei spaccia?». Vi ricordate il video di Matteo Salvini, in campagna elettorale per altre elezioni regionali (in Emilia-Romagna, nella fattispecie), che si recò nel quartiere Pilastro di Bologna per citofonare a una famiglia e per chiedere se in casa ci fosse uno spacciatore? Bene, a distanza di quasi nove mesi si tirano le fila per quell’episodio che imbarazzò diverse persone. Compresi, a quanto pare, i militari dell’Arma dei Carabinieri. L’esito della chiamata di Salvini al citofono, al momento, è un provvedimento disciplinare proprio per un carabiniere che avrebbe fatto da tramite tra il politico e la famiglia per consentire la chiamata al citofono.

Salvini al citofono, il provvedimento disciplinare per un carabiniere

Cinque giorni di consegna semplice, una sanzione non particolarmente grave per un militare, e un piccolo appunto sul curriculum del carabiniere. Questo è il risultato di quell’azione con cui Matteo Salvini pensava di ampliare il suo consenso elettorale in Emilia-Romagna e quello della sua candidata governatrice Lucia Borgonzoni. Ma che alla fine si trasformò in un vero e proprio boomerang.

Salvini al citofono, la versione dell’avvocato del carabiniere

L’Arma dei Carabinieri si sarebbe sentita offesa nella sua immagine da quel comportamento. Tuttavia, l’avvocato difensore del militare cerca di fornire una versione dei fatti diversa, scaricando qualsiasi responsabilità sul leader della Lega e sulla donna che gli aveva fatto fare la “visita guidata” del Pilastro: «È stato lo staff della Lega – riferisce l’avvocato – a contattare il mio assistito chiedendo se aveva il numero della signora, perché lei più volte aveva scritto alla Lega chiedendo di interessarsi della questione al Pilastro. Semplicemente lui ha chiesto alla signora se poteva fornire il numero e con il suo consenso lo ha trasmesso e poi se la sono vista loro».

Sempre secondo il legale, dunque, la sanzione non sarebbe stata corretta e vi sarebbero anche alcune lacune nella sua formulazione.

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