L’incontro a cena tra Salvini e il procuratore che lo ha indagato per il caso Diciotti

17/01/2019 di Enzo Boldi

Era l’8 settembre dello scorso anno e Matteo Salvini richiamava l’intero popolo dei social ad andare sul suo profilo Facebook perché doveva aprire in mondo visione una letterina. Era l’annuncio dell’avvio di un’inchiesta nei suoi confronti per il caso della Nave Diciotti e del sequestro a bordo – senza permetterne lo sbarco – dei migranti soccorsi dalla Guardia Costiera. Quella lettera, inserita in una busta gialla e consegnata direttamente al ministro dell’Interno dai Carabinieri, era firmata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi. Quattro mesi dopo, i due ‘rivali’ si sono ritrovati seduti allo stesso tavolo e non sembravano così tanto ‘rivali’.

La cena per farli incontrare è stata quella – tanto contestata – organizzata da Annalisa Chirico di ‘Fino a prova contraria’. Un evento che ha attirato l’attenzione di molti per la presenza, oltre che di Matteo Salvini, anche di diversi esponenti del Pd – con in testa Maria Elena Boschi e altri renziani di ferro – e l’esclusione di qualsiasi parlamentare o membro legato al M5S. Tavoli da 6mila euro per discutere di giustizia e del futuro del nostro Paese.

Salvini a cena col procuratore che lo indagò per la Diciotti

Ed ecco che, in uno di questi tavoli, compaiono due figure che – stando ad alcuni post su Facebook – sembravano non volersi molto bene. Da una parte Matteo Salvini, dall’altra il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, colui che firmò il primo atto di inchiesta per il sequestro della Nave Diciotti. Poi tutto finì in una bolla di sapone ed evidentemente i rapporti tra i due si sono rasserenati.

Prima era accanimento, ora sono atti dovuti

Come riporta Il Messaggero – citato anche da Marco Travaglio nel suo editoriale per Il Fatto Quotidiano -, la cena è stata dai toni molto distensivi. I due sorridevano e si scambiavano battute. «Sì, lui ha controfirmato il mio avviso di garanzia per la nave Diciotti, ma vabbè, sono atti dovuti», spiega Matteo Salvini ‘scagionando’ il procuratore di Palermo che, da parte sua ha risposto: «Ma vabbé, era solo una lettera». Per la serie, ‘C’eravamo tanto odiati’. Forse.

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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