Salvini: «Le parole di Conte mi interessano meno di zero. Forse cercava qualche Scilipoti di turno»

25/07/2019 di Enzo Boldi

Venti forti dal sapore di burrasca. Se la reazione istantanea di Matteo Salvini alle parole di Giuseppe Conte al Senato, sul caso dei presunti finanziamenti illeciti alla Lega dalla Russia, sembrava esser stata forte ma dai modi abbastanza pacati, questa mattina il ministro dell’Interno ha lanciato missili nei confronti del Presidente del Consiglio. Oltre a considerare pari a zero il valore delle sue parole in Aula, il leader del Carroccio ha accusato il premier di esser andato a Palazzo Madama alla ricerca di voti per salvare la sua poltrona. Il tutto rievocando la figura di Domenico Scilipoti.

«Io mi alzo questa mattina con l’obiettivo di andare al ministero dell’Interno, ci sono alcuni dossier aperti, alle 11 ho un incontro con il ministro della Famiglia sul caso Bibbiano. Mi pagano lo stipendio per provare a risolvere i problemi senza bacchette magiche – ha detto Matteo Salvini nella sua intervista rilasciata a Radio Anch’io, in onda su Radio1 Rai». Poi l’attacco frontale al presidente del Consiglio per la sua informativa in Aula di mercoledì pomeriggio sul cado Lega-Russia.

Matteo Salvini lancia missili contro Giuseppe Conte

«Mi è sembrato strano che il presidente del Consiglio, senza che nessuno glielo avesse chiesto, sia andato in aula dicendo ‘Se mi toglieranno la fiducia tornerò in quest’Aula a cerare la fiducia’ – ha attaccato Matteo Salvini nella sua intervista radiofonica -. Come se ci fosse la necessità di cercare degli Scilipoti di turno per non andare a casa. Non è un problema mio, io finché posso fare le cose sto al governo, se poi non si fanno più le cose». Il tutto dopo aver detto: «Le parole di Conte? Si offende se dico che mi interessano meno di zero? Allora la mia risposta è questa».

Torna il fantasma Scilipoti nelle accuse al premier

Il clima, non solo quello meteorologico, è pesantissimo. Così come il riferimento che Matteo Salvini ha voluto fare citando Domenico Scilipoti. L’ex senatore de L’Italia dei Valori, infatti, nel 2010 abbandonò il partito di Antonio Di Pietro appoggiando il governo di Silvio Berlusconi votando contro la sfiducia all’allora presidente del Consiglio. Il suo voto, insieme a quelli di Bruno CesarioMassimo Calearo Ciman, risultò decisivo per salvare il governo Berlusconi dalla caduta. L’anno dopo fondò un partito dal nome Movimento di Responsabilità Nazionale, prima di passare a Forza Italia nel 2013.

(foto di copertina: ANSA / TWITTER SALVINI + ANSA/GIUSEPPE LAMI + ANSA/FABIO FRUSTACI)

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