Quando a Salvini «giravano le palle» per gli aiuti UE all’Albania: ora, invece, ha ringraziato il premier Edi Rama

Nel 2013-2014, Matteo Salvini era il leader di un partito che viaggiava su percentuali da 4% e aveva una posizione molto meno governista rispetto all’attuale momento politico. Era il Matteo Salvini ‘falco’, quello che aveva posizioni piuttosto estreme sulla posizione dell’Italia nell’Unione Europea, che andava in giro con le magliette Basta Euro e che se la prendeva spesso con le istituzioni di Bruxelles. Oggi, invece, il Matteo Salvini ‘statista’, l’ex ministro dell’Interno, cerca di avere una posizione più moderata su alcuni temi. E ciò gli consente di fare una telefonata al premier albanese Edi Rama che, nelle ultime ore, ha inviato in Italia 30 medici per supportare il nostro sistema sanitario in merito all’emergenza coronavirus.

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Salvini Albania, la posizione del leader della Lega nel 2013 e nel 2014

«Ho telefonato al premier Edi Rama – ha scritto Salvini nella giornata di ieri – per ringraziarlo di questo splendido gesto di affetto per l’Italia. Grazie al popolo albanese e al suo governo: inviando medici e infermieri hanno dimostrato una sensibilità e una generosità che non dimenticheremo». Nonostante lo schieramento del premier albanese (Partito socialista), il suo gesto ha risvegliato molti sovranisti nostrani, che hanno visto negli aiuti albanesi la risposta a quell’Europa che, in molti casi, è apparsa lenta e macchinosa nell’offrire una soluzione all’epidemia di coronavirus diffusa in Italia. 

Ma Matteo Salvini, sul ruolo dell’Albania, non la pensava sempre allo stesso modo. Una raccolta di tweet realizzata dal giornalista del Foglio Luciano Capone lo dimostra:

Nel 2013, quando ancora non era diventato ufficialmente segretario della Lega, Salvini disse che il presidente della Commissione Europea aveva garantito che il futuro dell’Albania è in Europa: «Bene – aveva commentato Salvini -, lasciamo questa Europa e questo euro agli albanesi e andiamo via noi, cosa ne dite?». Nel 2014, quando era ormai diventato leader del Carroccio, Salvini aveva alzato il tiro, sempre parlando di Albania: «Nuovo stato candidato a entrare nell’UE? Alla faccia della storia e dell’economia. No a un’Europa supermercato». Infine, in un crescendo rossiniano, Matteo Salvini commenta così gli aiuti (gli aiuti!) che l’Unione Europea aveva stanziato per Turchia, Albania e Ucraina nel 2014: «UE regala 620 milioni a Turchia, 500 a Ucraina, 83 ad Albania e niente a disoccupati e alluvionati italiani: a me girano le palle».

I bei gesti restano impressi nella memoria, l’accoglienza anche – come ha ricordato nel suo discorso il premier albanese Edi Rama. A volte, però, anche le parole lasciano ferite e cicatrici. Che una telefonata riparatrice fatica a rimarginare.

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