La storia del cane “Pocho” minacciato dalla camorra

Stavolta nessun  magistrato o giornalista scomodo. Ad entrare nel mirino della camorra è Pocho, il cane antidroga della questura di Napoli, su cui la criminalità organizzata avrebbe messo una taglia. Avrebbe è d’obbligo perché la questura di Napoli, contatta da Le Iene, ha smentito la notizia della “taglia”.

Negli ultimi mesi il Jack Russell – racconta oggi NapoliToday – ha scovato decine di chili di stupefacenti permettendo una serie di sequestri record. Una attività sgradita ai clan locali. Secondo quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno (poi smentito) esisteva una taglia che i clan partenopei hanno messo sulla sua testa del cane, in servizio dal 2013.

Il cagnolino nel 2009 fu comprato da un medico in un allevamento. Fu chiamato Pocho con il soprannome del calciatore Ezequiel Lavezzi quando giocava con il Napoli. Dopo otto mesi la famiglia ha dovuto rinunciare alla sua compagnia perché il figlio più piccolo era allergico al suo pelo. Così Pocho fu donato alla polizia ed è stato assegnato a Sandro e al centro cinofili di Napoli.

La camorra vuole uccidere Pocho, il cane anti-droga eroe di Napoli. L’amico a quattro zampe deve essere considerato a tutti gli effetti un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. Chi attenta alla sua vita si mette contro lo Stato. pic.twitter.com/ZZhUh6XqpH

— Rinaldo Sidoli (@rinaldosidoli) 28 ottobre 2018

(Ultimo aggiornamento il 2 novembre 2018. Credit immagine: Questura di Napoli / Facebook)