L’ultimatum di Beppe Sala ai milanesi: «È il momento di incazzarsi, quelle immagini dei Navigli sono vergognose»

Continuano a creare polemiche le foto dei Navigli nel pomeriggio del 7 maggio pubblicate dal quotidiano La Repubblica. Il sindaco Beppe Sala è intervenuto in merito, sostenendo che questo atteggiamento della popolazione non è adatto a fronteggiare la fase 2 dell’emergenza coronavirus con responsabilità. Per questo motivo, dai suoi account Facebook Sala ha lanciato un ultimatum ai cittadini del capoluogo meneghino, affermando che se queste immagini si ripeteranno nei prossimi giorni, non esiterà a tornare sui suoi passi e a imporre nuove misure restrittive alla città.

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Sala foto Navigli, l’ultimatum del sindaco di Milano

«Sono sempre stato il primo – ha detto – a elogiare il comportamento dei milanesi. Ma se c’è da incazzarsi lo faccio, e quelle immagini mi hanno fatto incazzare. Sono vergognose. Ora, è anche un po’ per me deprimente dover rispiegare qual è la situazione. Ve lo ridico: siamo non solo in crisi dal punto di vista sanitario, ma siamo in una profondissima crisi socio-economica. Milano ha bisogno di tornare a lavorare: non è un vezzo riaprire, è una necessità e io starò sempre dalla parte delle famiglie che non arrivano a fine mese. Non permetterò che quattro scalmanati senza mascherina, uno vicino all’altro mettano a rischio i cittadini».

Sala foto Navigli, la minaccia: «O cambiano le cose o domani li chiudo»

Quindi, Beppe Sala ha detto che sul tema coronavirus e sul modo di affrontare la pandemia ci potevano essere dubbi e sospetti qualche mese fa e ammette di aver fatto confusione anche lui (quando, evidentemente, invitava la città a ripartire, nonostante i primi casi di contagio in Lombardia a fine febbraio). Ma adesso, secondo il primo cittadino, non si può fare più confusione e non è più concepibile.

Infine, passa al contrattacco: «Sono un politico da atti. O le cose cambiano oggi, o io domani sarò come al solito a Palazzo Marino e prenderò provvedimenti: chiudo i Navigli e limito l’asporto di bar e ristoranti. Io mi prenderò le responsabilità, stasera ci metto più vigili. Ma non è un guardia e ladri e non è un gioco: non possiamo permettercelo in una città di 1,4 milioni di abitanti. Quello è l’1% dei milanesi e io non permetterò a quell’1% di mettere in pericolo il resto della popolazione».

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