In Russia è salpata Akademik Lomonosov: la prima centrale nucleare galleggiante. Le paure degli ambientalisti

23/08/2019 di Redazione

La Akademik Lomonosov, la prima centrale atomica galleggiante, è partita oggi da Murmansk alla volta di Pevek: un viaggio di tre settimane e di 5 mila chilometri lungo tutto l’Artico russo. A Pevek, in Chukotka, nell’estremo nord-est della Russia, la Akademik Lomonosov fornirà energia ad abitazioni e impianti industriali e minerari, sostenendo in questo modo le operazioni di estrazione nella zona, ricca di risorse naturali. La centrale però preoccupa gli ambientalisti che temono possa trasformarsi in una “Chernobyl galleggiante“.

La Akademik Lomonosov pesa 21.500 tonnellate, è lunga 144 metri e larga 30 ed è dotata di due reattori da 35 megawatt ciascuno, capaci di fornire energia a una città di 100 mila abitanti. Il progetto punta a rendere possibili le forniture di energia a luoghi remoti.

L’agenzia atomica russa sostiene che la centrale galleggiante sia sicura ma le associazioni ambientaliste non sono d’accordo

Da parte sua, l’agenzia atomica russa Rosatom sostiene che la centrale nucleare galleggiante, trainata da tre rimorchiatori, sia estremamente sicura e in grado di reggere l’impatto tanto con un iceberg quanto con un’onda anomala. Ma gli ambientalisti temono che centrali  di questo tipo non solo siano vulnerabili ai disastri naturali, ma che possano anche essere vendute a Paesi con standard di sicurezza inadeguati. A quanto pare infatti, alcuni Stati dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina sarebbero interessati al progetto.

Il varo della Akademik Lomonosov arriva a due settimane da un grave incidente nucleare in Russia

Come se non bastasse, il varo della nave arriva a poco più di due settimane da un grave incidente nucleare (avvenuto  l’8 agosto) nella regione di Arcangelo, che ha causato sette morti e diversi feriti e che ha sollevato non poche polemiche per la gestione tutt’altro che trasparente da parte delle autorità russe. Nei giorni scorsi due medici che hanno chiesto di mantenere l’anonimato, ad esempio, hanno raccontato di non essere stati avvertiti dalle autorità che i pazienti che avevano in cura erano contaminati e di non aver quindi usato le necessarie protezioni contro le radiazioni.

Il governo di Mosca ha dimostrato poca trasparenza nella gestione di questo incidente

Dell’incidente, avvenuto nei pressi della base militare di Nenoksa, lungo la costa, si sa molto poco. Pare che abbia coinvolto un reattore nucleare utilizzato per la propulsione di un missile sperimentale in fase di test. Nei giorni scorsi, inoltre, quattro stazioni di monitoraggio della radioattività in Russia hanno smesso di inviare dati e il sospetto è che questa sospensione sia legata alla volontà di Mosca di nascondere la vera portata dell’incidente.

 

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