Rousseau accusa il M5S di trattare i dati degli iscritti come fossero «una risma di fogli»
La piattaforma sottolinea che occorre procedere in maniera non superficiale e professionale per risolvere la questione dati iscritti Rousseau
19/05/2021 di Ilaria Roncone
La querelle M5S-Rousseau continua. Ieri sera il Movimento ha pubblicato un post su Facebook accusando la piattaforma di non aver consegnato – dopo la diffida di cinque giorni fa – i dati iscritti Rousseau ai periti informatici 5 Stelle. Il post Facebook definisce questa azione «oggettivamente grave e palesemente illegittimo». Dura la replica di Rousseau, che ha definito questa situazione «imbarazzante» e – almeno attualmente – sembra non ci sia possibilità di trovare un accordo efficace. La piattaforma ci ha anche tenuto a sottolineare che i 5 Stelle hanno pretese non comprendendo che quello che chiedono va fatto seguendo una serie di procedure ben precise e non in maniera superficiale.
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«I dati iscritti Rousseau del M5S non corrispondono ad una risma di fogli o un pacco postale»
Non tarda ad arrivare il commento di Rousseau, che definisce «blitz» dei 5 Stelle quanto avvenuto ieri. Con relativo rimprovero: quei dato non possono essere trattati come se fossero «una risma di fogli o un pacco postale che un gruppo di persone può venire a ritirare dalla sera alla mattina con procedure superficiali e non costruite con tempi e professionalità sufficienti». Viene anche ribadita, da parte della piattaforma, la volontà di assecondare la richiesta, «ma solo nel perimetro del rispetto della legge, della democrazia interna e della tutela degli iscritti». L’atto dei 5 Stelle viene definito, in sostanza, una prepotenza giuridica e amministrativa che non può risolvere problemi ma solo crearli.
La battaglia finisce in tribunale
Secondo quanto trapela, già oggi il M5S sceglierà di procedere d’urgenza di fronte al tribunale per ottenere i dati immediatamente e mettere fino a ogni genere di rapporto con l’associazione del figlio del cofondatore del movimento. La scissione è irrimediabile a questo punto e i toni dei 5 Stelle sono palesi: «Non puoi usare i dati degli iscritti di un partito di cui hai la custodia per chiedergli di passare in un altro partito, è come se chi gestisce le tessere del Pd chiamasse a uno a uno i militanti proponendo il passaggio a Forza Italia».