Rousseau approva il mandato di Raggi e l’alleanza con altre forze politiche, ma il secondo sì è più tiepido
Cosa ci dice la votazione sulla piattaforma del M5S
14/08/2020 di Gianmichele Laino
C’è un peso specifico dei sì. E il primo è stato molto più solido del secondo. Questo l’esito delle votazioni di ieri e di oggi sulla piattaforma Rousseau, l’istituto di democrazia diretta del M5S. Erano in discussione la deroga alla regola del doppio mandato per gli iscritti al Movimento (fatta in funzione della ricandidatura a sindaco di Roma di Virginia Raggi) e le possibili alleanze sui territori anche con altre forze politiche e non soltanto con liste civiche. Rousseau approva, dunque, ma in maniera molto sfumata.
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Rousseau approva il mandato bis della Raggi e le alleanza con il Pd
Bene: nel primo caso, hanno risposto “sì” in 39.235, ossia l’80,1% dei votanti e “no” in 9.740 (il 19,9%); nel secondo caso, invece, i “sì” sono stati 29.196 (il 59,9%) contro 19.514 “no” (il 40,1%). In totale hanno votato quasi 50mila iscritti al Movimento 5 Stelle, una soglia molto lontana dal cosiddetto “record mondiale” di democrazia diretta, registratosi lo scorso anno, quando il M5S doveva decidere sull’alleanza con il Pd nel passaggio dal governo giallo-verde al governo giallo-rosso. In quella circostanza, a votare furono 80mila iscritti.
Cosa ci racconta l’esito di questa votazione? Il Movimento 5 Stelle, in modo particolare i suoi attivisti più di lunga data, sembrano avere una maggiore propensione alla rivoluzione sulla regola dei due mandati – ormai percepita come desueta, anche in virtù di un mancato cambiamento generazionale all’interno della classe dirigente pentastellata -, ma molto meno apprezzamento per le alleanze con altre forze politiche (in questo momento, il Partito Democratico).
Rousseau approva, ma il peso specifico dei sì è diverso
Questo secondo elemento rappresenta senz’altro un termometro della situazione: il M5S potrà anche allearsi con il Pd nelle prossime elezioni regionali, ma non è detto che la sua base sposti tutti i suoi consensi verso questa prossima alleanza. Il voto sul secondo sì, infatti, è stato molto più combattuto: c’è un buon 40% della base del Movimento 5 Stelle che continua a essere ostile ad altri partiti. Cosa succederà nelle elezioni vere? Seguirà la disciplina imposta o i suoi voti verranno orientati verso altre destinazioni?
E visto che all’interno del M5S c’è ancora una forte componente di elettorato conservatore, non è difficile immaginare verso quale forza politica si distribuiranno quei voti eventualmente perduti.