Romanzo Viminale: il numero di rimpatri svela il bluff elettorale di Salvini
14/08/2018 di Enzo Boldi
Tanto fumo e niente arrosto, o comunque poco arrosto. I primi due mesi del regno di Matteo Salvini al Viminale non sta portando i frutti sperati. Al di là dei proclami elettorali, i dati sui rimpatri – diffusi proprio dal Ministero dell’Interno – indicano (persino) un trend negativo rispetto a quanto era riuscito a fare lo scorso anno il suo predecessore Marco Minniti.
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Come riportato questa mattina sulle pagine del quotidiano La Repubblica, dal primo giugno al 31 luglio, il Viminale ha espulso e rimpatriato solamente 866 migranti che non avevano diritto di rimanere a vivere in Italia. Mettendo a confronto il mese di giugno «gestito» da Salvini con quello dello scorso anno di Minniti, i numeri presentano una realtà molto diversa dai tweet o post su Facebook che l’attuale Ministro dell’Interno racconta ogni giorno. Lo scorso anno il governo rimpatriò 502 migranti irregolari – con un incremento del 15% su base annua, per un totale di 6514 -, mentre il leader della Lega si è fermato a 445.
Rimpatri Salvini, quando i numeri del Ministero smentiscono il Ministro
Numeri freddi che raccontano una realtà bollente. Come sottolinea Repubblica, se il ritmo di espulsioni dovesse rimanere tale, per portare a termine il piano elettorale di Matteo Salvini – con il rimpatrio dei 500mila irregolari decantato in campagna elettorale – ci vorrebbero più di 95 anni. Tanto, troppo. La missione impossibile è complicata ancor di più dal fatto che il governo pentastellato a guida Giuseppe Conte non abbia siglato ancora alcun accordo con i Paesi da cui provengono i migranti.
Rimpatri Salvini, la realtà supera le fantasie elettorali
Il divario tra espulsioni e rimpatri resta molto ampio, dato che dei migranti espulsi di cui viene quotidianamente annunciato l’allontanamento dal nostro Paese, meno della metà viene effettivamente rimpatriata. Solo nella scorsa notte, nella sola Lampedusa, sono sbarcati 109 migranti da 9 barchini, e l’isola sta pian piano tornando al collasso, nonostante il Viminale proclamasse chiuso quel porto. «È sempre rimasto aperto – racconta a Repubblica Totò Martello, sindaco di Lampedusa -. Il centro può ospitare solo un centinaio di persone, ma al momento ci lavorano solo in 5. Ho scritto due lettere a Salvini, ma non ho mai ottenuto una risposta».