Roma, finto regista ingannava aspiranti attrici con casting falsi che si tramutavano in abusi sessuali

Dopo sei mesi di indagini i carabinieri di Roma hanno smascherato l'abuso

13/08/2020 di Ilaria Roncone

Dopo un’indagine durata da febbraio 2020 a luglio 2020 i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Roma Parioli hanno incastrato un sedicente regista che organizzava finti casting ingannando le giovani donne che partecipavano, otto delle quali hanno denunciato l’uomo per abusi sessuali. Le giovani aspiranti attrici venivano tutte ricevute in un primo momento in uffici e luoghi appositamente affittati per ottenere la loro fiducia e, per il provino vero e proprio, venivano portate nei posti appartati dove si verificava poi la violenza sessuale.

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Primo incontro in ufficio, casting in appartamento

La dinamica dell’inganno nel quale venivano attirate le giovani donne è tanto semplice quanto astuta. In un primo momento, per guadagnare la fiducia delle giovani, il finto regista organizzava casting presso sedi e uffici affittati per l’occasione. Una volta superato questo primo incontro, reso il più possibile realistico, e con la prospettiva di poter ottenere una parte in un film, alle giovani veniva dato un ulteriore appuntamento per il casting vero e proprio. L’escamotage, in questo caso, era invitare le giovani donne a incontrarsi a una fermata metro – le più gettonate piazza Annibaliano e piazza Bologna – per poi recarsi insieme nel luogo del provino. Le vittime venivano poi portate in appartamenti all’interno dei quali si consumavano le violenze sessuali.

Il finto regista ha continuato anche durante l’emergenza coronavirus

Nemmeno il Covid  e l’emergenza sanitaria ha fermato l’uomo, che ha continuato con i casting informando le giovani candidate che avrebbe ripreso a girare non appena terminate le restrizioni. Ora il falso regista, 40enne, è stato arrestato con l’accusa di diversi episodi di violenza sessuale nei confronti di ben 8 giovani donne. Il gip del Tribunale di Roma ha disposto la misura di custodia cautelare in carcere su richiesta del Gruppo specializzato contro la violenza della Procura della Repubblica di Roma.

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