Enrico Mentana e l’appello del Rolling Stone firmato a sua insaputa

05/07/2018 di Redazione

Oggi il Rolling Stone Italia, storica rivista musicale, prende posizione e lancia “Noi non stiamo con Salvini” chiedendo ad artisti e personalità della cultura di sottoscrivere l’appello. Risulterebbero già le firme di Emma Marrone, i Negramaro, Caparezza, lo stilista Ennio Capasa, Diodato, Ermal Meta e Domenico Procacci.

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«Fa male vedere,  giorno dopo giorno, un’Italia sempre più cattiva – spiega la testata – lacerata, incapace di sperare e di avere fiducia negli altri e nel futuro. Un’Italia rabbiosa e infelice. Fa ancora più male prendere atto che questa rabbia si è fatta potere. Non vogliamo che il nostro Paese debba trovare un nemico per sentirsi forte e unito. Per questo non possiamo tacere». Nell’appello figura anche il direttore di Tg La7 Enrico Mentana. Il problema è che però Mentana non ha sottoscritto nulla. Il giornalista smentisce la sua adesione e racconta anche gli inviti (cordialmente rifiutati) alla proposta del Rolling.

«Quando voglio dire qualcosa – spiega Mentana – la dico. In prima persona, avendo la fortuna di poterlo fare in tv, e potendolo fare come tutti qui su Fb. Non credo agli appelli o alle prese di posizione perentorie e che servono solo a scopi identitari, o a volte peggio mirano a un po’ di pubblicità gratuita. Oggi il mensile Rolling Stones fa una scelta perfettamente legittima: una copertina arcobaleno con la scritta “Noi non stiamo con Salvini”, e poi più in piccolo “Da adesso chi tace è complice”. E poi nelle pagine interne una raccolta di pareri e frasi di “musicisti, attori, scrittori e figure legate allo showbiz e alla tv”. Scelta legittima, dicevo, ma che non condivido». «Il giornalismo – aggiunge – è fatto di racconto e di confronto delle idee, di attacco alle posizioni ritenute sbagliate, o perfino pericolose. Mai però la scelta di una persona liberamente eletta come bersaglio, come uomo nero. Con sorpresa ho trovato il mio nome tra gli aderenti a questa iniziativa (a meno che “Enrico Mentana, giornalista” non sia un omonimo). È un caso di malcostume, trasandatezza, sciatteria? Non so, non ho ancora letto la rivista. So però che il suo direttore mi aveva chiesto l’adesione, e la risposta è stata chiara…».

La risposta di Mentana era un evidente no.

 

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