Anche Rocco Casalino è vittima delle card bufale sulla casta

Vi ricordate quelle card bufale che, prendendo di mira un politico (magari del Pd), diffondevano informazioni scorrette sul suo conto e venivano condivise principalmente da account di utenti «fan» del Movimento 5 Stelle? Bene, anche Rocco Casalino – portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e guru della comunicazione M5S – ne è rimasto vittima. La card-bufala diffusa sul suo conto ha ottenuto un volume di traffico notevole, da oltre 4mila visualizzazioni.

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Rocco Casalino casta, la card bufala diffusa sul suo conto

L’immagine propone Rocco Casalino mentre sta scendendo da una automobile. Si intravede anche una mano che gli regge la portiera. A caratteri cubitali e con colori davvero psichedelici viene scritto a stampatello: «La nuova casta! Portavoce M5S Rocco Casalino, unica esperienza Grande Fratello, mai votato da nessuno, auto blu, stipendio da nababbo, studio a Palazzo Chigi. W la Casta!».

Rocco Casalino casta, le precisazioni

La foto, reale, è stata caratterizzata da una didascalia che presenta diverse scorrettezze. Sebbene l’esperienza al Grande Fratello sia quasi un «marchio di fabbrica» di Rocco Casalino, non si tratta certo dell’unica esperienza nel curriculum. Laureato in ingegneria, l’attuale portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha condotto un programma di informazione sull’emittente locale TeleLombardia e ha poi fatto l’inviato per Telenorba.

Inoltre, non è assolutamente necessario essere votato da qualcuno per svolgere l’incarico di portavoce del presidente del Consiglio o per gestire lo staff della comunicazione di un partito. Il riferimento all’auto blu è giustificato dal fatto che, in quanto portavoce di Giuseppe Conte, si muove spesso insieme a lui negli appuntamenti ufficiali. Sullo stipendio da nababbo, poi, bisogna andare molto cauti. Come capo dello staff della comunicazione M5S, Casalino percepiva – almeno fino al 2017 – un compenso di 2700 euro netti al mese. Si tratta chiaramente di una cifra di tutto rispetto, ma che certo non può rientrare nella definizione «da nababbo» contenuta nella card.

Uno strumento della comunicazione che veniva utilizzato molto spesso da gruppi non ufficiali che, in qualche modo, si ricollegavano al Movimento 5 Stelle sui social network si ritorce clamorosamente contro il portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Anche questo, forse, un segnale del cambiamento.

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