Roberto Saviano e la legalizzazione della cannabis: «In Italia serve coraggio, altro che contratto»

Tra i vari motivi di frattura del governo giallo-verde, c’è anche la Cannabis. Il disegno di legge depositato in Senato dal grillino Matteo Mantero, che propone di legalizzare la coltivazione, lavorazione e vendita della cannabis e dei suoi derivati, poteva essere l’occasione per combattere criminalità e proibizionismo. Il motivo lo spiega Roberto Saviano in una lunga intervista rilasciata a BeLeaf Magazine, ma l’iniziativa è stata «immediatamente bloccata dall’alleato leghista perché la materia non è presente nel contratto di governo», commenta lo scrittore che attacca: «L’Italia ha bisogno di coraggio, e un governo che afferma di voler lavorare esclusivamente seguendo quanto scritto in un contratto è sicuramente un governo privo di coraggio».

Roberto Saviano a favore della legalizzazione: «È necessario abbattere il muro del proibizionismo»

Belli i tempi in cui Marco Pannella attaccava il proibizionismo: «Se tu vuoi vietare l’esercizio di una facoltà umana praticata a livello di massa, tu fallirai e sarai costretto all’illusione autoritaria del potere che colpisce il ‘colpevole’ e lo colpisce a morte». Lo ricorda parola per parola Roberto Saviano nell’intervista di BeLeaf Magazine, dicendo che «si tratta di parole universali, che valgono per qualsiasi divieto arrivi dall’alto e che intenda bloccare una prassi che invece è largamente diffusa». Eppure, parlare di legalizzazione in Italia sembra ancora prematuro, se non impossibile.  Nel nostro paese persino la distribuzione e uso a scopo terapeutico «che risponde a un criterio di necessità» è ancora malvisto, continua Saviano, che amaramente dice di non riuscire «a immaginare come la cannabis a uso ricreativo possa avere un destino migliore». «A oggi non esiste un tavolo di discussione sull’argomento. Non credo che si sia avviato un reale processo per abbattere il muro del proibizionismo. È ancora troppo difficile far digerire l’utilizzo di parole come ‘ludico’ e ‘ricreativo’ associato a sostanze stupefacenti» continua Roberto Saviano nell’intervista rilasciata alla rivista di settore BeLeaf Magazine nel numero in uscita la prossima settimana. Un pregiudizio conservatore che è in netto contrasto con la realtà dei fatti: «le sostanze stupefacenti sono diffuse a livello capillare e la loro qualità è resa pessima e dannosa per la salute dal controllo delle mafie che devono guadagnare e non hanno alcun interesse a salvaguardare la salute pubblica» continua l’autore di Gomorra.

Roberto Saviano: «Chi parla di legalizzazione non viene ascoltato dalle istituzioni, e a guadagnarci sono le Mafie»

Legalizzare la cannabis quindiè un modo concreto per contrastare il business delle mafie. «Nonostante, negli anni scorsi, le relazioni annuali della Direzione nazionale antimafia avessero espresso una certa apertura nei confronti della legalizzazione» spiega Saviano «di legalizzazione e di droghe si occupano in pochi e questi pochi non trovano ascolto presso le istituzioni». Il denaro derivato dal commercio illegale delle droghe leggere non fa altro che portare «liquidità nelle casse delle organizzazioni criminali – continua – liquidità che serve per alimentare il ‘commercio’ di altre droghe (cocaina ed eroina) e per dopare l’economia di uno stato. I fiumi di denaro che entrano, attraverso il narcotraffico, nelle casse delle organizzazioni criminali, alimentano il narcotraffico e conferiscono alla criminalità organizzata un potere d’acquisto immenso». Il risultato delle politiche proibizioniste è che «in vendita ci siamo noi e le nostre democrazie. Legalizzare le droghe significa ridimensionare il grado di penetrazione delle organizzazioni criminali nel tessuto economico e sociale di un Paese, perché viene loro sottratto potere economico» afferma deciso Roberto Saviano, che nel suo romanzo inchiesta ZeroZeroZero ha affrontato l’evoluzione dei cartelli messicani dotata dal mercato del “petrolio bianco”, la cocaina.

(credits immagine di copertina: ANSA/NICOLA MARFISI)

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