Burioni, una cosa sono le minacce no-vax e un’altra è la voglia di politica
07/08/2018 di Gianmichele Laino
L’invasione di campo è sempre qualcosa che dovrebbe essere limitata. Così, non è giusto invadere il terreno della scienza, per i non addetti ai lavori, arrivando a conclusioni affrettate e ciabattate ad esempio sulla tematica dei vaccini. Allo stesso modo, non è corretta – perché non rispecchia le regole del gioco – l’invasione nel campo della politica da parte di chi, in nome della popolarità ottenuta su Facebook, utilizza la sua fama per lanciare frecciate.
LEGGI ANCHE > Tutta la storia sulle consulenze di Ricciardi alle case farmaceutiche (e la difesa di Burioni)
Roberto Burioni, il ritorno sulle scene
Il ritorno sulle scene di Roberto Burioni coincide con due aspetti: il primo è quello legato al rinnovato dibattito sull’obbligatorietà dei vaccini, visto il rinvio per la presentazione dei documenti necessari per l’iscrizione a scuola proposto dal governo che è stato votato al Senato e che verrà messo in discussione anche alla Camera. Il secondo – e forse assume più forza quest’ultimo – è legato alle condannabili violente minacce degli haters no-vax ricevute nei scorsi giorni sui social network.
Seguono interviste in cui viene sottolineato il contributo dato da Burioni alla «causa della scienza» contro quella dell’«antiscienza», il suo numero di followers su Facebook, l’importanza dei suoi libri di successo (uno di questi, intitolato La congiura dei somari), il dibattito sul linguaggio che viene da lui utilizzato. Se si fa eccezione per il primo punto, tutti gli altri riguardano più la politica che la medicina. E allora, inevitabilmente, ci si rende protagonisti dell’invasione di campo.
Roberto Burioni, la differenza tra divulgazione scientifica e politica
Il medico spiega e offre indicazioni ai pazienti (anche noi, da persone interessate, a suo tempo avevamo fatto quattro domande al professore – rimaste senza risposta – sulla scienza –> LEGGI QUI). Il politico, invece, cerca di personalizzare gli argomenti – pratica molto diffusa da Matteo Renzi in poi -, offrendo la propria versione dei fatti e raccontando le proprie esperienze personali (si vedano le minacce ricevute sui social network).
Insomma, si tratta sempre di questioni di priorità. Perché scendere sul terreno della politica per Roberto Burioni significa anche confrontarsi con il legame con Walter Ricciardi – e con il presunto conflitto d’interessi che riguarda il direttore dell’Istituto Superiore di Sanità – e con il ruolo all’interno di una struttura sanitaria privata come il San Raffaele di Milano. La divulgazione scientifica (quella attenta alle richieste delle persone che vogliono informarsi e non quella che attacca indiscriminatamente chi si pone delle domande), insomma, è cosa diversa.