Rita Bernardini denunciata per coltivazione di cannabis: «Meritavo l’arresto»

Rita Bernardini è stata denunciata a piede libero per la coltivazione di 32 piante di cannabis nel suo giardino di casa ma non è stata arrestata per il reato contestatole. Una decisione che ha fatto infuriare la politica radicale che ha attaccato la Procura di Roma: «Esprimo tutto il mio disappunto per la decisione di non procedere al mio arresto, come accade a tutti i cittadini che vengono sorpresi a coltivare marijuana. Cosi si usano due pesi e due misure e la legge finisce per non essere ugual per tutti.»

La notizia dell’arresto era stata data questa mattina dalla stessa Bernardini nel suo profilo Facebook: «Forse è la volta buona. Telefonata dei carabinieri: lei è in casa? No, veramente sono sul treno per andare a Parma (laboratorio Spes contra Spem nel carcere), sto fuori 2 giorni… Deve venire qui! Ho fatto appena in tempo a scendere dal treno e ora sono su un taxi verso casa».

Rita Bernardini denunciata a piede libero

«Rita Bernardini – aveva aggiunto il suo avvocato Giuseppe Rossodivita – è stata portata in caserma dai carabinieri, dopo che i militari hanno controllato la sua abitazione e ne sono usciti con delle buste di cannabis che lei coltiva a scopo terapeutico, come ha più volte affermato senza farne mistero». Dopo questo primo messaggio, la notizia è stata comunicata da Radio Radicale, interrompendo la tradizionale rassegna stampa del mattino che per questa settimana è affidata a Marco Damilano. Rita Bernardini aveva avviato da tempo una iniziativa pacifica sul terrazzo di casa sua: una coltivazione di cannabis per protestare contro la mancata regolamentazione della cannabis e per un accesso più immediato alle cure attraverso questo prodotto.

La sua coltivazione “urbana” di Cannabis

Anche Giornalettismo si era recato in casa sua per parlare della sua iniziativa, che lei aveva presentato con queste parole: «Abbiamo sentito dire da questo governo che le persone devono marcire in carcere, abbiamo sentito dire si butta via la chiave, che se uno rimane in carcere deve rimanerci fino all’ultimo giorno, ma è provato, dati alla mano, che chi sconta interamente la sua pena in carcere tornerà a delinquere al 90%». Una battaglia, quella per i diritti dei detenuti e per la regolamentazione delle sostanze stupefacenti, portata avanti da anni con atti di disobbedienza civile da Rita Bernardini.

Rita Bernardini aveva lanciato la sua battaglia per la cannabis a uso terapeutico diverso tempo fa: nonostante una legge del 2007 consenta di curarsi legalmente e gratuitamente all’interno del servizio sanitario regionale con la cannabis terapeutica, la difficoltà ad ottenerla rende di fatto impossibile usufruire di questo diritto. Si tratta di persone affette da alcune malattie molto gravi, come ad esempio la Sla.

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