Cosa succede dopo che il sì ha vinto
Gli scenari, già scritti, dopo il voto del referendum
21/09/2020 di Enzo Boldi
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente le modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?». Questo è il quesito al quale sono stati chiamati a rispondere gli italiani che hanno partecipato al Referendum sul taglio dei parlamentari. Adesso che con il risultato referendum ha vinto il sì, cosa cambia per il nostro Paese?
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Innanzitutto occorre sottolineare come oggi non cambierà assolutamente nulla. Come si legge nel testo pubblicato sul sito del Dipartimento per le Riforme Istituzionali del governo, infatti:
La riduzione del numero dei parlamentari entrerà in vigore dall’inizio della prossima Legislatura e richiederà un modestissimo adeguamento della legislazione elettorale senza alcuna alterazione del sistema elettorale vigente.
Insomma, fino alle prossime elezioni (previste per il 2023, con la naturale scadenza del mandato iniziato nel 2018), il numero dei parlamentari rimarrà lo stesso: i 630 deputati e i 315 senatori eletti rimaranno in carica. Stesso discorso per gli attuali sei senatori a vita: (Giorgio Napolitano, Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia e Liliana Segre.
Risultato referendum, come cambieranno Camera e Senato
Il risultato referendum sul taglio dei parlamentari, dunque, vedrà i suoi riflessi a partire dalla prossima tornata elettorale delle Politiche. I deputati passeranno da 630 a 400, i senatori da 315 a 200. Insomma, Montecitorio e Palazzo Madama scenderanno dai 915 parlamentari a 600 eletti. Il Movimento 5 Stelle, che ha portato avanti questa sua battaglia, ha parlato anche di risparmio economico per le casse dello Stato con la riduzione del numero dei parlamentari (si parla di cifre tra i 50 e gli 80 milioni).
La riforma della legge elettorale
Ora occorrerà mettersi attorno al tavolo per ridiscutere una nuova legge elettorale adatta alla riduzione del numero dei parlamentari che partirà dalla prossima legislatura. Il Pd e il M5S (i due partiti di maggioranza al governo), stanno optando per un proporzionale con una soglia di sbarramento. Il Centrodestra (che sogna il Presidenzialismo di stampo francese) invece punta a un mix tra proporzionale e maggioritario.