Le Europee secondo i social vs. la realtà
Quel che doveva essere (in versione digitale) non è stato. Ha ancora senso investire nelle inserzioni politiche su Facebook?
15/06/2024 di Redazione Giornalettismo

Nella settimana che ha preceduto le votazioni di sabato e domenica, vi abbiamo accompagnato lungo un percorso fatto di analisi dei dati sui post sponsorizzati a pagamento dai vari partiti, leader e candidati alle Europee 2024. La spesa media è stata molto alta, ma gli investimenti fatti non hanno sempre ottenuto il risultato sperato in termini di voti. C’è chi ha deciso di dare vita a campagne per oltre 150mila euro e chi, invece, ha provato a ottimizzare gli sforzi economici riducendo le inserzioni al minimo sindacale. Poi c’è chi, come Pace Terra Dignità di Michele Santoro che ha provato a correre senza ricorrere a investimenti social. Alla luce dei risultati delle elezioni Europee, possiamo tirare le somme.
Risultati elezioni europee contro la (non) realtà social
Secondo i dati estrapolati da Elikona Analytics, secondo Meta il partito che ha utilizzato al meglio lo strumento “inserzioni” di Facebook è stato Alternativa Popolare. Peccato che questo risultato non compensi minimamente quello 0,39% ottenuto dalla urne. E se il partito di Bandecchi ha comunque speso poco, Stati Uniti d’Europa ha investito tantissimi soldi, senza riuscire a superare la soglia di sbarramento. Renzi e gli altri, infatti, ottengono il poco ambito premio “massima spesa, minima resa”. Per quel che riguarda gli altri partiti, troviamo la Lega che – secondo i dati di Meta – poteva ottenere oltre il 30% dei consensi. Una visione distopica rispetto alla realtà e alle evidenze. Matteo Salvini&Co. sono finiti addirittura dietro Forza Italia e possono consolarsi solamente con l’elezione di Vannacci.
La fine del nostro viaggio lungo le poco limpide strade delle inserzioni politiche a pagamento su Facebook termina con una domanda: ha ancora senso investire per sponsorizzare i contenuti politici sui social? Stando ai risultati odierni, la risposta è “no”. Il mondo social è ben diverso da quello reale. Quel che sembra essere concreto sulle piattaforme è sempre più una mera utopia nel mondo reale.
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