Meta: «L’accesso degli utenti non può essere soggetto al pagamento dell’IVA»

La risposta dell'azienda rispetto all'indagine della Guardia di Finanza sulla presunta evasione dell'IVA

23/02/2023 di Gianmichele Laino

Non si è fatta attendere la reazione di Meta, dopo la diffusione della notizia relativa a un’indagine della Guardia di Finanza su una presunta evasione dell’IVA da parte dell’azienda americana. La questione porta al centro – in seguito a una inchiesta giudiziaria sul territorio italiano – il tema della gratuità dei social network. Ricordate lo slogan Facebook è gratis e lo sarà sempre? È una massima che è stata più volte smentita dagli addetti ai lavori, in virtù dell’acquisizione – da parte di tutte le aziende che si occupano di social networking – di una grande quantità di dati degli utenti, attraverso cui poter orientare le loro scelte. Non soltanto a livello pubblicitario, ma anche a livello informativo. Di fatto, l’indagine della Guardia di Finanza mette al centro proprio la questione del dato personale come prodotto che, in quanto tale, deve essere soggetto al pagamento dell’IVA. La risposta di Meta, ovviamente, va nella direzione opposta rispetto a quanto sostenuto all’interno dell’indagine, ma – implicitamente – riconosce la natura del problema sollevato dagli inquirenti italiani.

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Risposta di Meta sull’inchiesta della Guardia di Finanza sull’IVA non versata per l’iscrizione al social network

Giornalettismo ha chiesto a Meta un commento in merito all’indagine. La notizia del lavoro della Guardia di Finanza relativo a questo particolare aspetto dei social network di Menlo Park non è stata smentita dall’azienda, che ha anche espresso il suo punto di vista sull’eventuale obbligo di tassazione rispetto al dato personale ceduto (soltanto attraverso la comunicazione di più dati personali, infatti, è possibile iscriversi alle piattaforme come Facebook e Instagram).

«Prendiamo sul serio i nostri obblighi fiscali e paghiamo tutte le imposte richieste in ciascuno dei Paesi in cui operiamo – ci ha detto un portavoce di Meta -. Siamo fortemente in disaccordo con l’idea che l’accesso da parte degli utenti alle piattaforme online debba essere soggetto al pagamento dell’IVA. Come sempre, siamo disposti a collaborare pienamente con le autorità rispetto ai nostri obblighi derivanti dalla legislazione europea e nazionale».

I riferimenti normativi in Italia possono essere inquadrati – e lo vedremo nel corso del nostro numero monografico sul tema – nella cornice prevista dalla sentenza 2631 del Consiglio di Stato, datata 19 marzo 2021. Sicuramente, però, non c’è una indicazione normativa più organica – e su questo fa leva il social network – che possa considerare il dato personale come merce di scambio e, quindi, come bene tassabile.

Foto IPP/imagoSport/Revierfoto

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