Come risolvere i problemi su Dazn

Per la prima volta in Italia vengono trasmesse alcune partite di Serie A esclusivamente in streaming su internet. Niente satellite, niente digitale terrestre, solo il world wide web. Sulla carta l’esperienza di visione si avvicina molto a chi è abituato a vedere le partite sul proprio televisore HD con i quasi 8 megabit al secondo per la massima qualità che viaggia anche al doppio dei fotogrammi normalmente trasmessi da una televisione casalinga per rendere più fluidi i movimenti dei calciatori. Aggiungiamo i volti e le voci note agli appassionati sportivi e la ricetta per creare un’esperienza web indistinguibile da quella televisiva sarebbe completa.

I problemi di Dazn: soprattutto rebuffering, continue interruzioni dello streaming

Dico “sarebbe” poiché una buona parte di utenti, dopo le prime due giornate di campionato trasmesse, ha evidenziato sui social una lunga serie di problematiche tecniche. Su tutte il fenomeno del rebuffering, ovvero le continue interruzioni dello streaming che bloccano l’immagine nel bel mezzo dell’azione per poi riprendere qualche secondo dopo, nello stesso punto, se si è fortunati, oppure saltando direttamente una porzione della partita. Altri utenti hanno pubblicato schermate di errore risolvibili solo attraverso una nuova login alla piattaforma per un problema dovuto probabilmente al sovraccarico del servizio di autenticazione al sistema.
Ma è il rebuffering il vero pomo della discordia. Un problema tecnico che un’audience televisiva non sperimenterà mai sulla propria pelle ma a cui un utente medio di qualsiasi contenuto video su internet è abituato a subire non appena al posto del video compare la fantomatica “rotella” di caricamento del player che comincia a girare per alcuni secondi non appena il download del flusso streaming si blocca per qualche motivo o la qualità dell’immagine comincia a degradare in maniera preoccupante.

Le cause

Ma quali sono le cause principali del rebuffering? Innanzitutto se l’infrastruttura di trasmissione è in piena efficienza bisogna andare ad analizzare la connettività del singolo utente: un router wi-fi troppo distante, la banda internet casalinga satura per troppa attività oppure uno scarso segnale della rete cellulare. Una piccola percentuale di utenti con una connessione non adeguata alla fruizione esisterà sempre in ogni evento live-streaming grande o piccolo che sia. Questo aspetto è difficilmente risolvibile se non aumentando la banda disponibile (fibra, rame, rete cellulare) sul territorio italiano e sperare che il network casalingo sia configurato correttamente.

Ciò che avviene invece quando una discreta quantità di audience segnala problemi di rebuffering è invece da attribuire principalmente a tematiche legate all’infrastruttura di erogazione della trasmissione video ed è ciò che effettivamente è accaduto in questi primi due week-end di partite trasmesse da DAZN.

Dazn, per questo primo mese almeno, è un servizio gratuito che permette di vedere una partita di serie A in esclusiva. Gratuità data dall’offerta non vincolante di 30 giorni di prova dell’abbonamento e che, di fatto, almeno per altre due settimane, sarà popolata da utenti che ancora non hanno versato un euro nelle casse del portale di proprietà della multinazionale con sede a Londra, Perform Group. Potenzialmente quindi circa 30 milioni tra gli utenti internet italiani (stima legata alla popolazione che ha navigato in internet secondo il report Audiweb di marzo 2018) avrebbe la possibilità di visualizzare sul proprio device una partita dello sport più seguito nel nostro paese. Un’audience potenziale di tali dimensioni è di per se un caso unico nel panorama italiano. Non a caso le prime due partite trasmesse da DAZN hanno segnato il record di utenti contemporanei connessi a una singola trasmissione con un picco di oltre 440 mila contemporaneità durante Sassuolo-Inter di domenica 19 agosto secondo le cifre rilasciate da James Rushton, amministratore delegato di DAZN intervistato dal Corriere della Sera.

Proprio in questi dati appare il paradosso: maggiore un evento è seguito, maggiori sono le possibilità che qualcosa vada storto poiché le infrastrutture coinvolte non sono in grado di reggere il colpo di una mole di quasi mezzo milione di utenti che contemporaneamente trasferiscono sul proprio dispositivo le enormi quantità di dati di un flusso video in alta definizione. Come detto la qualità dell’HD di DAZN è pari a 8 mbit/s. Ciò significa che in un unico secondo del massimo picco di Sassuolo-Inter potenzialmente potevano circolare quasi 3,5 terabit di dati ovvero quasi 500 gigabyte: come se il contenuto di un hard disk di medie dimensioni riversasse ogni istante tutti i suoi dati sulla rete internet nazionale.
Il problema principale è che tali dati non si propagano in maniera distribuita ed equilibrata sull’intera infrastruttura di rete nazionale ma si concentrano principalmente in determinati luoghi (Napoli e Milano nel caso della partita di sabato 25 agosto) e ancora più in profondità, si concentrano sui server di DAZN e delle Content Delivery Network (CDN) a cui si appoggia per la trasmissione dei propri eventi.

Una CDN ha proprio questa funzione, ovvero distribuire il contenuto richiesto su internet in maniera capillare e garantita a tutti gli utenti che lo richiedono. In caso di sovraccarico di uno o più punti dell’infrastruttura è in grado di bilanciarsi in maniera quasi automatica e fornire lo stesso contenuto da un punto diverso dell’infrastruttura non mostrando quindi allo spettatore disservizi o interruzioni della partita.
Anche una CDN ha però un limite fisico oltre il quale non è più in grado di servire in maniera ottimale l’intero pubblico che richiede in uno stesso momento un contenuto ed è proprio in queste situazioni che una sua percentuale verifica il tanto temuto “buffering” magari nel bel mezzo di un’azione d’attacco della propria squadra del cuore.

DAZN, per stessa ammissione del suo amministratore delegato, ha creato un’infrastruttura multi-cdn, ovvero in grado distribuire le richieste ai propri contenuti su diverse piattaforme anche in competizione fra loro (le più famose e importanti al mondo sono Akamai, Limelight, Amazon etc.) e durante la partita Lazio-Napoli almeno uno di questi nodi ha cominciato a presentare dei disservizi che hanno quindi generato gli errori più rilevanti nella fruizione per l’utente finale sperimentata in queste prime due settimane di attività e si è detto convinto che la maggior parte dei problemi fosse stata risolta.

La soluzione

La seconda giornata di campionato ha comunque mostrato, anche se in forma minore, che il rebuffering continua a presentarsi a molti utenti in vari momenti della partita. Ma come risolvere questo fastidioso problema? In che modo è possibile avere uno streaming fluido, senza interruzioni, in alta definizione anche in presenza di un’audience vasta o superiore a quella di Sassuolo-Inter (non sappiamo ad esempio i dati di ascolto di Napoli-Milan probabilmente superiori)?
L’utente può far poco se non cercare di agganciarsi nel modo più stabile possibile a una buona connessione internet, magari via cavo.
Per ciò che mi è possibile comprendere grazie alla mia esperienza di CTO presso l’azienda, Mosaico – che vanta un’esperienza decennale nel campo dello streaming e che è stata in grado di fornire contenuti live a un’audience non troppo distante da quanto fatto da DAZN con oltre 150 mila contemporaneità nel lontano 2010 – è necessario che la piattaforma sportiva punti tutto sulle modalità in cui il traffico viene bilanciato mantenendo l’attuale approccio multi-CDN messo in piedi.

Ciò che va risolto è il modo in cui le richieste al flusso streaming degli utenti concentrati in determinate zone vengono distribuite e indirizzate verso l’una o l’altra piattaforma di distribuzione. Verificare in tempo reale lo stato di ognuna di esse e instradare i nuovi utenti che si collegano al flusso streaming verso la CDN più “scarica” dalle richieste. Sfruttare le CDN con maggiori capacità di contenimento di una larga audience nelle zone più calde del territorio italiano per ogni singola partita (ad esempio a Napoli e a Milano per il big match di sabato scorso). Prevedere sistemi alternativi in grado di alleggerire il traffico sulle CDN, ad esempio con dei sistemi peer-to-peer in cui sono gli stessi utenti a fornire il contenuto video scaricato ad altri utenti sullo stesso network grazie a funzioni avanzate del player streaming.

Alcune di queste soluzioni hanno comunque un rovescio della medaglia come il rischio di una maggiore latenza nella visione e che potrebbe quindi causare rabbia e frustrazione quando un vostro vicino di casa esulterà per un goal mentre voi ancora state vedendo una rimessa dal fondo del portiere. Ma ciò non toglie che innanzitutto uno spettatore di una partita di calcio si aspetta un servizio pari, se non superiore, a ciò a cui è abituato guardando la televisione, senza interruzioni, salti o degradamenti qualitativi dell’immagine. Superato questo scoglio ci si potrà concentrare su ciò che è in fase di sperimentazione su eventi su larga scala, ovvero le trasmissioni live a zero latenza, non raggiungibili in maniera ottimale da CDN e da provider di contenuti video sul web, ma ancora per poco.

Giacomo Aschacher

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / DANIEL DAL ZENNARO)

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