«Gli indennizzi Dazn sono bassi rispetto al danno contrattuale», parla l’avvocato Grimaldi
Il legale, referente dell'Asso-Consum, nell'agosto scorso aveva messo in mora la società che detiene i diritti di trasmissione della Serie A. Lo abbiamo intervistato alla luce dei disservizi di mercoledì 4 gennaio
05/01/2023 di Enzo Boldi
Altro giro, altro disservizio. Ancora una volta, alla ripresa del campionato, parte degli abbonati Dazn si sono trovati davanti a schermate del tutto differenti rispetto alle immagini di una partita del massimo campionato italiano di calcio. Problemi che hanno visto il loro picco all’inizio del posticipo serale, il big match di San Siro tra Inter e Napoli. E non si tratta, purtroppo, di una novità. Perché fin dalla sua comparsa nel mercato dei diritti televisivi (o di trasmissione) della Serie A, la piattaforma OTT ha sempre zoppicato con disservizi che sembrano essere atavici. C’è stato anche l’intervento del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) e poi la delibera dell’AgCom. Ma, ancora oggi, il grande tema delle problematiche tecniche si lega a quello dei rimborsi Dazn nei confronti degli abbonati.
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Quel che è successo mercoledì 4 gennaio, dunque, non è più una novità. Giornalettismo, per questo motivo, ha contattato l’avvocato Antonio Domenico Grimaldi (referente di Asso-Consum di Curti, in provincia di Caserta) che lo scorso agosto, in occasione dei disservizi di trasmissione durante la prima giornata del campionato di Serie A 2022/2023, aveva avviato un’azione legale nei confronti di Dazn con la «formale richiesta di rimborso per il disservizio subito con contestuale costituzione in mora. In caso di mancato riscontro o di un mancato accoglimento dell’istanza, si darà avvio alla procedura di conciliazione davanti al Corecom oppure alla procedura di definizione della controversia innanzi all’AgCom». Tutto si fermò per via della decisione dell’azienda di procedere con i rimborsi Dazn automatici. Adesso però, a meno di 5 mesi di distanza, ecco che la storia si è ripetuta.
Rimborsi Dazn, le parole dell’avvocato Grimaldi
«La verità è che Dazn non ha sistemi in grado di reggere quella massa di utenti che si collegano simultaneamente per assistere a una partita – ha dichiarato l’avvocato Grimaldi a Giornalettismo -. E i consumatori sono impotenti di fronte a questi disservizi. E poi c’è il tema degli indennizzi riconosciuti (facendo sponda sugli ultimi accadimenti simili come quello di agosto, ndr) sono bassi rispetto al danno contrattuale». Il legale e referente di Asso-Consum fa riferimento alla modalità di rimborso di quota-parte dell’abbonamento mensile (o del frazionamento in caso di sottoscrizione annuale) che portano a indennizzi di pochi euro rispetto alle violazioni del contratto stipulato tra l’azienda-emittente e l’utente.
L’aumento dei prezzi
Oltre al danno, la beffa. In attesa di avere una comunicazione ufficiale da parte dell’azienda, il tema parallelo è quello dell’aumento dei prezzi per uno dei pacchetti di abbonamento (il plus, quello che consente di essere collegati su due dispositivi da due connessioni diverse, con un’unica sottoscrizione) a partire dal 1° gennaio: «Io sono abbonato Dazn – ci ha raccontato l’avvocato Grimaldi – e mi hanno chiesto di rientrare anticipatamente offrendo uno sconto sul pacchetto rispetto alle nuove tariffe del 2023. Ma con i prezzi aumentati, non è cresciuto lo standard qualitativo, anche se l’ingresso di Eleven Sports (con un contratto di subdistribuzione) consentirà agli utenti di assistere ai match di Serie C. E questo potrebbe essere un nuovo banco di prova per la tenuta tecnica di Dazn». E in ballo ci sono anche i diritti televisivi per il prossimo triennio (2024-2027) dove potrebbe scendere in campo altri grandi attori. Come Amazon Prime.
Ma c’è un altro tema molto interessante su cui ha posto l’attenzione il legale: «Nelle piattaforme online per portare avanti una conciliazione (nei casi di messa in mora), è impossibile trovare una mediazione con Dazn. Il nome dell’azienda che detiene i diritti di trasmissione della Serie A, non è presente in moltissimi archivi web dei portali specializzati e quindi è praticamente impossibile procedere con un’azione legale per pratica commerciale scorretta. Anche perché ci sono 15 giorni per procedere con un’azione legale, dopodiché tutto finisce in prescrizione».