Riforma del Ticket sanitario: per Roberto Speranza «chi ha di più deve pagare di più»
02/10/2019 di Gaia Mellone

Con il Nadef e la manovra fiscale del 2020, il governo vuole cancellare i ticket sanitari su farmaci e visite specialistiche per le fasce della popolazione con un reddito più basso. Dal prossimo anno infatti il ticket sanitario sarà stabilito in base al costo delle prestazione e del «reddito familiare equivalente», considerando un limite massimo di spesa annuale.
Riforma del Ticket sanitario: per Roberto Speranza «chi ha di più deve pagare di più»
La posizione del ministro della Salute Roberto Speranza è chiara e limpida: «Chi ha di più deve pagare di più e chi ha di meno paga di meno». Ed è in questa direzione che si muove la manovra fiscale che prevede la riforma del ticket sanitario. Allo stato attuale, il ticket sanitario è previsto per tutti: gli unici esentati sono coloro che guadagnano meno di 36mila euro l’anno, che hanno più di 65 anni o meno di 6, e che soffrono di patologie gravi o croniche. Il costo per le visite specialistiche si aggira intorno alla cifra fissa di 36 euro, con alcune eccezioni in base alle prestazioni, ma la situazione è destinata a cambiare.
La bozza del ddl del ministero sulla riforma del ticket, che pare abbia come punto di riferimento la bozza del Patto della salute tra governo e regioni risalente allo scorso maggio, chiarisce che l’importo fisso per tutti i cittadini crea «evidenti disparità di accesso al servizio sanitario nazionale in relazione alle capacità di reddito dei singoli cittadini». Proprio per garantire «l’uguaglianza», la riforma prevede che l’importo del ticket sanitario dal prossimo anno venga stabilito in base al reddito familiare e al costo della prestazione, con un massimo annuale di spesa che, una volta raggiunto, comporterà la cessazione dell’obbligo del cittadino di partecipare alla spesa sanitaria. L’intenzione è di cancellare definitivamente anche il super-ticket su prestazioni specialistiche ed ambulatoriali.