Il Cio contro il governo: «Cambi la riforma del Coni, o addio alle Olimpiadi»
06/08/2019 di Enzo Boldi
Il Comitato Olimpico Internazionale sta seguendo da vicino le notizie che arrivano dall’Italia sulla riforma Coni, con maggiori poteri che finiranno (qualora passasse in via definitiva il testo al Senato) nelle mani del governo. Un piano che non sembra esser visto di buon occhio dal Cio che, questa mattina, ha inviato una lettera ufficiale al presidente Giovanni Malagò e agli altri due membri Franco Carraro e Ivo Ferriani. Nella missiva si fa anche riferimento al regolamento che potrebbe portare alla sospensione o il ritiro del riconoscimento del comitato olimpico. A rischio, quindi, anche i Giochi Invernali di Milano-Cortina 2026 e la bandiera italiana alle Olimpiadi di Tokyo 2020.
«Saremmo grati se lei, nel suo ruolo di presidente del Coni ma anche nel suo ruolo di Membro Cio che rappresenta il Cio il Italia – si legge nella lettera inviata dal Cio a Malagò -, potesse portare queste serie preoccupazioni all’attenzione urgente delle più alte autorità di Governo e lavorare insieme con loro per perfezionare le disposizioni in questione del Disegno di Legge e renderle completamente compatibili con i principi fondamentali e con le Regole che governano il Movimento Olimpico, prima che il testo definitivo sia presentato alle autorità competenti per l’approvazione».
Il Cio minaccia sulla riforma Coni
La riforma Coni, secondo il Cio – che ricalca le stesse perplessità emerse nei giorni scorsi dallo stesso Malagò e dai vari presidenti delle diverse federazioni sportive italiane – limiterebbe il potere decisionale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, facendo venir meno uno dei principi istitutivi del massimo organo mondiale. Nella lettera, infatti, si fa riferimento anche alle sanzioni previste sanzioni previste dall’articolo 27.9 in caso di violazioni del regolamento: «Oltre alle misure e alle sanzioni previste in caso di violazione della Carta Olimpica, il Comitato Esecutivo del Cio può adottare le decisioni più appropriate per la protezione del Movimento Olimpico nel Paese di un Noc (Comitato Olimpico Nazionale, ndr), compresa la sospensione o il ritiro del riconoscimento di tale Noc se la costituzione, la legge o altre norme in vigore nella nazione in questione, o qualsiasi atto da parte di organi di governo o altri organismi, sia di ostacolo all’attività o alla libera espressione del Noc stesso».
Il governo replica: «Lettera frettolosa»
Il rischio, dunque, è grande. In ballo – estendendo il discorso teorico a fatti pratici – ci sono gli atleti azzurri che (se fossero confermate queste sanzioni) dovrebbero gareggiare ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 senza la bandiera italiana. E, cosa ancora più grave, potrebbe venir meno l’impegno per ospitare le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. Dalla maggioranza di governo fanno sapere che le risposte alle questioni sollevate dal Cio – ritenute «sorprendenti» – sono indicate nel testo del provvedimento di riforma Coni e che la lettera sia stata «frettolosa».