La genialità di Rete Veneta che chiede «e voi assaltereste il parlamento?»

Il focus di una trasmissione in onda il 7 gennaio sulle tv locali

08/01/2021 di Gianmichele Laino

Rete Veneta è il network per conoscere le news di Bassano del Grappa e dintorni. Uno di quei casi di televisioni locali che tanto piacciono agli utenti del territorio. Che poi, se ci riflettiamo, i media locali sono anche il futuro dell’informazione e anche i grandi media sembrano andare in quella direzione (basti considerare le ultime elargizioni di Facebook in favore delle pagine di news iperlocali). Tuttavia, bisognerebbe farlo con criterio. Nella redazione di Rete Veneta avranno pensato: come facciamo ad adattare il grande tema del momento – l’assalto a Capitol Hill di Washington – alla nostra realtà territoriale?

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Rete Veneta e la domanda: «Voi assaltereste il parlamento?»

Nella trasmissione di approfondimento del 7 gennaio, allora, hanno proposto ai telespettatori la domanda: «Voi assaltereste il Parlamento?», utilizzandola anche come ticker che ha caratterizzato il programma andato in onda alle 21.15.

Al momento, di questa domanda resta soltanto una pagina web all’interno del quale è embeddato un video di YouTube che, tuttavia, non può essere visualizzato. «Questo video – si legge nella spiegazione – include contenuti di Viacom, che ne ha bloccato la riproduzione nel tuo paese per motivi di copyright». La traccia, però, resta sui social network: qualcuno, infatti, ha notato la strana domanda posta dai cronisti della trasmissione televisiva locale e ha condiviso la schermata su Twitter.

Ora, abbiamo già analizzato il ruolo dei media nell’assalto al Campidoglio. Probabilmente, senza una informazione “parallela” rispetto a quella dei grandi network (che, invece, si sono sempre basati – anche se con alti e bassi – sulle fonti ufficiali) e senza l’incitamento dei canali social di Donald Trump, un’azione del genere non si sarebbe verificata. Una manifestazione portata avanti da persone comuni che – per loro stessa ammissione – sono state indottrinate dai podcast o da siti cosiddetti “alternativi”, per non parlare delle pubblicazioni che parlano di deep state o altre cose del genere. Perché, quindi, dobbiamo riproporre uno schema simile anche in Italia, dove il vento del populismo sta già soffiando forte e ha già incendiato qualche brace?

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