La Pasqua di Papa Francesco senza il Resurrexit: cosa significa
12/04/2020 di Redazione

Il rito del “Resurrexit” è uno tra i più antichi della chiesa cattolica, che affonda le sue origini nel medioevo e che ricorda lo stupore di Pietro nel vedere il sepolcro vuoto nel momento della Resurrezione: si tratta di un rituale che certifica davvero il ritorno di Gesù nel mondo dei vivi dopo la morte, con tanto di annuncio di San Pietro agli altri undici apostoli. Il rito, antichissimo, era stato reintrodotto nella liturgia pasquale da Giovanni Paolo II, nell’anno giubilare del 2000. Quest’anno, invece, papa Francesco ha rinunciato a celebrarlo.
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Resurrexit, il rito a cui Papa Francesco ha rinunciato
Per questo motivo, la liturgia domenicale di oggi, celebrata a San Pietro nell’ormai usuale scenario deserto, con il pontefice assistito soltanto da pochi altri ministranti, è risultata molto meno solenne del solito, quasi un proseguimento leggermente più lieto del momento penitenziale della quaresima, vissuto dal mercoledì delle Ceneri per i successivi quaranta giorni che hanno preceduto la Pasqua.
Nel rituale, il papa avrebbe baciato – nella storica cappella di S. Lorenzo al Laterano – i piedi dell’immagine di Gesù risorto, dicendo tre volte: Surrexit Dominus de sepulchro, e tutti avrebbero risposto: Qui pro nobis pependit in ligno. Alleluia. La stessa cosa sarebbe stata fatta dai vescovi e dall’arcidiacono presenti al rito. Questo momento rappresentava nella sua essenza più pura il momento della festa per la resurrezione. Oggi, per una serie di motivi di ordine pratico, ma anche per il profilo basso che Papa Francesco ha scelto per questa celebrazione insolita in periodo di epidemia da coronavirus, questo rituale non verrà svolto.