Casalino e la replica tutta sbagliata: «La diffusione dell’audio viola la mia riservatezza»
22/09/2018 di Redazione
Alle ore 16 del 22 settembre si verifica un fatto, che deve essere accompagnato da una riflessione. Rocco Casalino replica alla diffusione dell’audio – fatta da alcuni giornali sulle edizioni cartacee del mattino – in cui attacca il ministero dell’Economia e delle Finanze e i suoi tecnici, con termini decisamente troppo coloriti per un portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che guadagna 160mila euro all’anno.
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Replica Casalino, le sue dichiarazioni
Queste le sue parole, in una nota: «Sta circolando un messaggio audio che riproduce la mia voce. Una mia conversazione assolutamente privata avuta con due giornalisti. La pubblicazione viola il principio costituzionale della tutela della riservatezza delle comunicazioni e, se fosse accertato che sia stata volontariamente diffusa ad opera dei destinatari del messaggio, viola le più elementari regole deontologiche che impongono riserbo in questo tipo di scambio di opinioni».
Poi, il portavoce ha continuato: «Il delicato incarico che ricopro impone di chiarire i contenuti della conversazione. Sono da considerare alla stregua di una libera esternazione espressa in termini certamente coloriti, ma che pure si spiegano in ragione della natura riservata di una conversazione, che non c’era nessun proposito da perseguire in concreto, ma più una sensibilità presente all’interno del Movimento 5 Stelle e che era mia premura rappresentare».
Da questo momento, Casalino ha incassato una nuova fiducia da parte di Giuseppe Conte, che ha difeso il suo portavoce e non ha assolutamente parlato di dimissioni.
Replica Casalino, tutti gli errori di comunicazione del portavoce
Fin qui i fatti, ora le opinioni. Ci sono diversi errori nella replica di Rocco Casalino, che viene pagato per fare comunicazione e che ha toppato qualsiasi aspetto della strategia comunicativa, in una situazione di emergenza come questa. Innanzitutto, il ruolo impone che una leggerezza del genere non debba mai capitare. Ma, una volta che il danno era stato fatto, il comunicatore agisce in maniera diametralmente opposta rispetto a quello che ha fatto Rocco Casalino.
Intanto, non aspetta tutto questo tempo per rispondere a una polemica che è diventata il tema del giorno e che ha investito diversi aspetti dell’apparato istituzionale in questo nuovo esecutivo. Inoltre, non ha mai ammesso – nelle sue dichiarazioni arrivate alle 16, oltre 11 ore la prima diffusione della notizia – un errore evidente. Non si risponde mai, attaccando, quando si è palesemente in difetto.
Dal punto di vista della deontologia dei giornalisti che hanno – non si sa se volontariamente o meno – diffuso l’audio, la questione è molto più delicata. Casalino ha fatto quella dichiarazione perché fosse pubblicata. Lo dice all’inizio: «Se vuoi scrivere una cosa carina…». Tuttavia, chiede anche di non essere coinvolto direttamente nell’articolo da far uscire (e qui il giornalista sarebbe tenuto deontologicamente a non fare il suo nome). La maniera in cui Casalino lo fa, però, apre un problema di deontologia, questa volta del portavoce: non chiede di restare semplicemente anonimo, ma chiede al giornalista di mentire, citando presunte fonti parlamentari.
FOTO: ANSA/LUIGI MISTRULLI