Fioramonti respinge le accuse al mittente: «Le mie restituzioni andranno al Tecnopolo Mediterraneo di Taranto»

27/12/2019 di Redazione

Lorenzo Fioramonti è finito sotto la lente d’ingrandimento della stampa italiana per le sue dimissioni da ministro dell’Istruzione a ridosso del Natale. L’esponente del Movimento 5 Stelle ha ricevuto critiche per questa sua scelta, ma anche per il fatto di non essere in linea con le rendicontazioni – percorso tracciato sul portale tirendiconto.it – previste dallo statuto pentastellato per tutti i parlamentari e i consiglieri eletti con il Movimento 5 Stelle.

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Rendicontazione Fioramonti: ecco la sua verità

Stando al portale tirendiconto.it, infatti, il ministro dell’Istruzione non avrebbe versato alcun rimborso per tutta la durata del 2019. La versione di Lorenzo Fioramonti, invece, è diversa e si allontana da quanto riportato sul portale ufficiale del Movimento 5 Stelle: «Dopo aver restituito puntualmente per un anno, come altri colleghi, ho continuato a versare nel conto del Bilancio dello Stato e le mie ultime restituzioni saranno donate sul conto del Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile – ha scritto l’ex ministro Fioramonti su Facebook -, un centro di ricerca pubblico che, da viceministro prima e da ministro poi, ho promosso a Taranto, una città deturpata da un modello di sviluppo sbagliato. Ed invito anche altri parlamentari 5 Stelle a fare lo stesso, non appena il conto sarà attivo».

Rendicontazione Fioramonti, il suo futuro nel M5S

Dunque, la promessa dell’ex ministro Fioramonti va in un’altra direzione rispetto alla piega che aveva preso la sua permanenza nel Movimento 5 Stelle. Si annunciava, infatti, un divorzio traumatico, dovuto anche al caso delle rendicontazioni. Invece, l’ex ministro Fioramonti ha affermato di volersi mettere in regola, per onorare il patto con gli elettori che lo hanno scelto per uno scranno alla Camera dei deputati.

Meno certa, invece, è la sua permanenza nel Movimento 5 Stelle: l’ex ministro, infatti, secondo gli ultimi rumors, sarebbe pronto a lasciare il gruppo pentastellato alla Camera e a formare un nuovo gruppo parlamentare di fiancheggiatori del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

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