Quali sono le Regioni che rischiano di finire in «zona arancione»

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Sono attesi per oggi i nuovi dati dell'ISS alla base dei qual verranno prese ulteriori misure restrittive già predisposte

Oggi, sabato 7 novembre, dovrebbe essere il giorno dell’aggiornamento dei dati da parte dell’Istituto Superiore della Sanità. Nuovi numeri che saranno inseriti nella tabella dei 21 criteri per l’inserimento all’interno delle ormai note zona rossa, zona arancione e zona gialla. Il tutto finirà sulla scrivania del Ministro della Salute Roberto Speranza che, dunque, procederà con l’indicazione (eventuale) delle misure restrittive già previste dall’ultimo dpcm firmato da Giuseppe Conte. Ecco quali sono le Regioni a rischio zona arancione.



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Al momento, nell’area considerata a livello di contagio intermedio ci sono Sicilia e Puglia. A breve, però, con l’aggiornamento dei dati da parte dell’Istituto Superiore di Sanità – che li riceve direttamente dagli enti locali e territoriali -, l’elenco delle Regioni in zona arancione potrebbe arricchirsi di un numero tra le quattro e le sei unità. Ricordiamo che tra i parametri principali dell’analisi del livello di rischio non c’è solo l’Indice RT, ma anche la tenuta del sistema sanitario, la pressione negli ospedali e i posti letto in terapia intensiva.



Regioni a rischio zona arancione, quali sono

Secondo quanto riporta il quotidiano La Repubblica, le regioni a rischio zona arancione sono sei: Campania, Veneto, Umbria, Toscana, Emilia-Romagna e Liguria. Si tratta di zone che nelle ultime settimane hanno contato un alto numero non solo di contagiati, ma anche di ricoverati con sintomi in ospedale e nelle terapie intensive. A queste si potrebbe aggiungere la Provincia autonoma di Bolzano che, dal canto suo (anche per il suo status speciale) ha già adottato ulteriori misure restrittive ancor prima dell’approvazione del Dpcm.

Non ci dovrebbero essere nuove zone rosse

L’aggiornamento previsto per oggi non dovrebbe contemplare l’ipotesi di nuove zone rosse oltre a quelle già definite in settimane (ed entrate in vigore nella giornata di venerdì 6 novembre): Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle D’Aosta. Ma in questo caso l’aggiornamento dei dati dell’ISS potrebbe portare a un doppio salto della Campania in base, soprattutto, alla pressione ospedaliera. Al momento, però, si tratta di un’ipotesi peregrina.



(foto di copertina: da Pixabay)