Il «gioco del lock…down»: i 21 criteri che determineranno le zone rosse
Ecco su quale base il ministero della Salute deciderà le chiusure regionali
04/11/2020 di Redazione
Mentre il mondo intero è ‘distratto’ dalle elezioni Usa 2020 (a proposito, qui un bel quadro generale di quello che sta accadendo in tempo reale), non dobbiamo dimenticare che l’Italia è sulla soglia di un passaggio fondamentale nella gestione della pandemia da coronavirus. Nella notte, infatti, è stato firmato il dpcm del presidente del Consiglio che sancisce il coprifuoco nazionale a partire dalle 22 e i criteri per lockdown regionali nelle zone rosse e le limitazioni che invece si verificheranno nelle zone arancioni e nelle zone verdi.
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Criteri per lockdown regionali, come deciderà il ministero della Salute (da 1 a 7)
Innanzitutto, al numero uno e due, i casi dei sintomatici e dei ricoveri in reparti diversi dalle terapie intensive: entrambe le situazioni devono essere determinate su un arco di tempo mensile. Il terzo criterio, sempre per quanto riguarda lo stesso intervallo cronologico, riguarda propriamente i trasferimenti all’interno dei reparti di terapia intensiva, quelli cioè che sono cerchiati in rosso da tempo, sia per i posti limitati, sia per gli interventi che in questi mesi ha fatto il governo (insieme alle amministrazioni locali) per provare a potenziarli.
Il quarto punto è rappresentato dall’individuazione dei comuni di domicilio o di residenza delle persone contagiate. Dal 5 al 7, invece, si cercano di analizzare anche le attività di monitoraggio e screening: nelle strutture sanitarie, nelle strutture di assistenza alla persona, le indagini sul territorio a livello generico.
Criteri per lockdown regionali, la seconda parte (da 8 a 21)
Sarà importante determinare anche quanto tempo trascorre tra la data di inizio dei sintomi e la data della diagnosi, oltre che tra la data di inizio dei sintomi e quella dell’isolamento. Dal decimo punto in poi, invece, si valutano le persone impiegate per la gestione dell’emergenza: sia per quanto riguarda il numero di persone coinvolte nelle operazioni di tracciamento dei contagi, sia per quanto riguarda il personale sanitario di assistenza. Il punto 12, invece, prevede di valutare il numero dei contagiati nelle aree sottoposte ad analisi epidemiologica e il numero dei loro contatti.
Il punto 13 prevede di analizzare lo stato di saturazione dei reparti ospedalieri, così come il punto 14 riguarda il famoso indice Rt e il punto 15 la sorveglianza della rete COVID-net per settimana. I 21 punti si completano con l’analisi del numero dei focolai di trasmissione, dei nuovi casi non associati a una catena di contagio preesistente, al numero di accesso ai pronto soccorso, al tasso di occupazione delle terapie intensive e al tasso di occupazione dei posti letto in area medica.