Il M5S dice no (per il momento) all’alleanza con il Pd alle Regionali

12/09/2019 di Enzo Boldi

Dario Franceschini, l’uomo che per primo aveva aperto alla possibilità di un’alleanza parlamentare tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, ci aveva riprovato questa mattina: sì a un accordo tra i dem e i pentastellati in vista delle elezioni Regionali. L’apertura, anche a livello locale, era stata apprezzata dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che aveva aperto a una valutazione positiva di questa possibilità. Poi la doccia gelata, con il M5S che ha negato questa eventualità, rispendendo l’ammiccamento al mittente. Per ora.

«Il tema delle alleanze alle Regionali non è all’ordine del giorno. Dunque non c’è in ballo alcuna possibile alleanza con il Pd in vista delle prossime elezioni Regionali – hanno fatto sapere dal Movimento 5 Stelle -. Le nostre sono altre, ci sono temi importanti da affrontare e provvedimenti da realizzare in tempi celeri a favore dei cittadini. Una cosa è certa: le dinamiche interne tra forze politiche non interessano agli italiani e non servono a far crescere il Paese. Rimaniamo concentrati sulle cose concrete come il taglio dei parlamentari e l’abbassamento delle tasse».

Niente accordo M5S-Pd per le Regionali

Una doccia gelata che spegne – per il momento, viste le ultime vicissitudini che hanno portato a uno stravolgimento delle poche certezze politiche italiane – qualsiasi possibilità di una luna di miele da proseguire a livello locale e non solo nazionale, per opporre una coppia di forze al Centrodestra sempre più dipendente da Salvini. E il no del Movimento 5 Stelle ha anche una motivazione che richiama al nuovo regolamento sancito con il voto su Rousseau.

Il regolamento approvato da Rousseau

L’ultima votazione online – prima di quella sull’accordo per il governo Conte-2 – ha portato alcune modifiche nella gestione delle alleanze pentastellate a livello locale. La base ha votato sì ad accordi con altre forze politiche, ma non con veri e propri partiti (come il Pd). Le alleanze consentite, infatti, sono solamente quelle con le liste civiche locali. Quindi, per il momento, resta lo status quo che vedrà alle Regionali (tra Emilia Romagna e Umbria, tra le prime) tre forze politiche distaccate a darsi battaglia: il Centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia), il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico.

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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