Regionali in Campania, Roberto Fico apre all’alleanza con il Pd ma il Movimento 5 stelle locale non ci sta

Dopo i risultati deludenti delle ultime elezioni regionali, il Movimento 5 Stelle mira a rifarsi e riprendersi per la prossima tornata elettorale. In vista della chiamata alle urne campane, il movimento si è riunito a Napoli: un incontro durato ben 7 ore che però evidenzia come i 5 stelle siano davanti ad un bivio. Simbolico lo “scontro” tra Roberto Fico e i possibili candidati locali.

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A rendere evidente la spaccatura interna al movimento 5 stelle è l’ipotesi di correre alle prossime elezioni regionali in Campania da soli o con il Partito Democratico. A sostegno della seconda ipotesi c’è Roberto Fico: il presidente della Camera dei deputati ha infatti evidenziato come sia necessario uscire dalla mentalità “antisistema” che a lungo aveva animato il Movimento 5 Stelle, suggerendo la via dell’alleanza.  «Siamo parte delle istituzioni. Sono la terza carica dello Stato. Abbiamo partecipato alla nomina dell’ad Rai» ha ricordato Fico, che sui social network ha pubblicato una lunga riflessione sulla necessità di condurre «un’analisi onesta» che non porta altrove che alla riconoscenza del fatto che «dopo i primi cinque anni di opposizione in Parlamento, con la responsabilità di un consenso importante che ci ha reso la prima forza del Paese, abbiamo scelto di esplorare possibilità mai considerate prima, andando a ricoprire cariche istituzionali e governando il Paese con i partiti che sono stati disponibili a condividere il nostro programma».

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Oggi sono stato a #Napoli per partecipare alla riunione del Movimento 5 Stelle Campania in vista delle prossime elezioni regionali. Un incontro molto partecipato durato sette ore. Ho ascoltato tutti gli interventi di attivisti e portavoce, voci e posizioni diverse. Si è parlato di meetup, di identità, di sistema di potere, di Rousseau. Ho fondato nel 2005 uno dei primi meetup di Italia, tutti i valori richiamati oggi mi appartengono profondamente e ho contribuito a nutrirli e diffonderli. Ma un’analisi onesta deve riconoscere che dopo i primi cinque anni di opposizione in Parlamento, con la responsabilità di un consenso importante che ci ha reso la prima forza del Paese, abbiamo scelto di esplorare possibilità mai considerate prima, andando a ricoprire cariche istituzionali e governando il Paese con i partiti che sono stati disponibili a condividere il nostro programma. Quindi la domanda che ci poniamo oggi, nelle regioni in cui ci candidiamo, segue il solco già tracciato al livello nazionale. Possiamo sempre cambiare, attraversiamo sicuramente una crisi e dobbiamo essere consapevoli che alla crescita veloce che ha avuto il Movimento devono seguire una riflessione e una discussione ampia per disegnare il futuro e modellare un’organizzazione necessaria per rispondere a esigenze che si sono totalmente modificate. Gi Stati generali serviranno a confrontarci su tutto questo. Ma, senza ridurre la questione a un referendum sì/no, possiamo anche chiederci se sia possibile lanciare una proposta nel campo di altre forze politiche: mettiamo dei paletti, pretendiamo liste pulite, ragioniamo su un candidato di alto livello. Se la nostra sfida al rialzo viene accettata confrontiamoci senza paura. Se invece le condizioni non ci sono, andiamo da soli. Gli unici interessi che dobbiamo tutelare sono quelli della Campania e dei suoi cittadini. Per prendersi delle responsabilità ci vuole coraggio. Dire che è sempre colpa degli altri è troppo facile.

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Le elezioni in Campania quindi ripropongono «il solco già tracciato al livello nazionale» e che sarà sicuramente oggetto di discussione durante gli Stati Generali. I punti che per Roberto Fico per ora sono assolutamente chiari sono mettere «dei paletti», pretendere «liste pulite» e  ragionare «su un candidato di alto livello». E «se la nostra sfida al rialzo viene accettata» allora «confrontiamoci senza paura».

Di diversa opinione la sezione locale del Moviemento 5 Stelle

Di diversa idea è però la possibile candidata Regionali in Campania, Roberto Fico apre all’alleanza con il Pd ma il Movimento 5 stelle locale non ci sta, che intende correre in solitaria «contro la politica clientelare delle fritture di pesce». Ciarambino ha già espresso il desiderio che il voto su Rousseau non sia come quello per le elezioni in Umbria: in quel caso infatti il voto era aperto a tutti gli iscritti, mentre secondo Ciarambino dovrebbero essere solo i campani ad avere voce in capitolo. Il facilitatore locale del Movimento 5 Stelle, Luigi Iovino, addirittura azzarda che « a questo punto, un voto su Rousseau lo vedo difficile», poiché crede che «si debba rispettare la volontà della base, che in grande maggioranza era contraria. Noi interpreteremo quella volontà e riferiremo».

 

(Credits immagine di copertina: Instagram robertofico)

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