Il sovranismo svizzero resiste solamente in Ticino
Il referendum sulle limitazioni degli ingressi per i frontalieri viene bocciato a livello nazionale
28/09/2020 di Enzo Boldi
Tre cantoni hanno detto sì, gli altri 17 hanno detto no. Si è concluso con un nulla di fatto il referendum che si è tenuto in Svizzera tra i cui quesiti ce n’era uno che riguardava la limitazione della libertà di circolazione. Fosse passata questa mozione, ci sarebbero stati chiari riverberi anche per quel che riguarda i frontalieri (quei cittadini che vivono in Italia, nel caso specifico, ma lavorano nei territori svizzeri). L’analisi del risultato del referendum Svizzera, però, mostra come il principale cantone dove ci sia questo retaggio sovranista sia il Ticino.
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Il risultato finale del Referendum Svizzera è stato: 61,71% di No e 38,29% di Sì. Il voto è stato omogeneo in quasi tutte le città e i cantoni, tranne che in tre: due più piccoli (Svitto e Glarona) e uno più grande, il Ticino. Ed è quella la zona elvetica che ha più a che fare con la libera circolazione dei cittadini all’interno dei territori europei, essendo al confine con l’Italia. Lì il Sì ha vinto con il 53,14% dei consensi.
Referendum Svizzera, perde la linea del no ai frontalieri
A livello Nazionale, però, questo dato non ha influito più di tanto. Nel resto delle Svizzera, infatti, ha trionfato la linea sostenuta anche dal Consiglio Federale e dal Parlamento che aveva già bocciato la proposta di una limitazione della circolazione nei confronti dei cittadini stranieri (che sono fulcro dell’economia e delle attività produttive anche in Ticino, dove invece ha vinto il Sì).
Cosa chiedeva il sì
Questa la tesi sostenuta da chi sosteneva il sì: «Secondo il comitato, dall’introduzione della piena libertà di circolazione delle persone con l’UE si assiste a un’immigrazione di massa che incide in maniera eccessiva su ambiente, mercato del lavoro, assicurazioni sociali e infrastrutture. Il comitato chiede pertanto che la Svizzera gestisca autonomamente l’immigrazione e rinunci alla libera circolazione delle persone».
La posizione del Consiglio Federale e del parlamento (a favore del No)
Questo, invece, il punto di vista dei sostenitori del No: «Il Consiglio federale e il Parlamento respingono l’iniziati va poiché compromette la via bilaterale con l’UE. Essa mette a repentaglio la stabilità delle relazioni con il principale partner della Svizzera, minacciando così i posti di lavoro e la prosperità in un periodo già caratterizzato da grande incertezza sul piano economico».
(foto di copertina: Bellinzona, da Pixabay)