Napoli, i post sui lavoratori in nero con il reddito di cittadinanza: «L’80% delle richieste arriva da questa utenza»

La scelta fatta è quella di denunciare il meccanismo del lavoro nero. Per questo motivo Domenico Lopresto, segretario provinciale dell’Unione Inquilini Napoli, ha deciso di pubblicare dei «post situazionali» su Facebook. Con la sua attività ha modo di incontrare diverse persone che hanno fatto domanda per il reddito di cittadinanza. E nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di gente che – oltre ad avere i requisiti previsti dalla legge – svolge anche un lavoro in nero.

Reddito di cittadinanza, l’esperienza dell’Unione Inquilini Napoli

Un esempio? Il post del 27 aprile comparso sulla sua pagina Facebook: «È un bravo muratore. A nero lavora con un architetto. Gli passa una ventina di lavori ad opera chiusa all’anno. Prende il reddito di cittadinanza».

Ovviamente, non ci sono indicazioni dettagliate sull’identità di queste persone. Per questo abbiamo definito i suoi post «situazionali». Giornalettismo ha deciso di approfondire questa vicenda e ha contattato telefonicamente il segretario provinciale dell’Unione Inquilini di Napoli. Ci ha spiegato che si tratta di una delle più longeve associazioni di inquilinato – nata negli ambienti dell’estrema sinistra degli anni Settanta -, che si batte per il diritto alla casa. All’interno di questa associazione, ci entrano le persone che vivono ai margini della metropoli, persone che vivono un disagio reale nelle aree, ad esempio, di Miano, Secondigliano, Scampia.

Reddito di cittadinanza: «L’80% delle domande arriva da chi ha un lavoro nero»

L’Unione Inquilini ha offerto supporto anche per la presentazione delle domande per il reddito di cittadinanza: «Nelle nostre sedi – dice Lopresto a Giornalettismo – sono arrivate in tutto circa 400 richieste d’aiuto per la presentazione della domanda per ottenere il reddito di cittadinanza. L’80% di queste richieste proviene da un’utenza che ha già un lavoro in nero».

Lopresto descrive alcune situazioni, come quelle illustrate nei suoi post di Facebook. «Il muratore molto bravo, che percepisce uno stipendio – in nero – molto dignitoso. Arriva a guadagnare anche 40-50mila euro all’anno. Tuttavia, presenta lo stesso la domanda per il reddito di cittadinanza. Ma ci sono decine di casi come questo. Quando poi chiediamo: ‘ma sei disposto ad accettare il lavoro che lo Stato ti metterebbe a disposizione?’, la loro risposta è sempre negativa».

L’Unione Inquilini rappresenta soltanto una piccola goccia nel mare delle richieste per ottenere il reddito di cittadinanza. Eppure, la sua esperienza è significativa. Lopresto vuole denunciare le situazioni di lavoro nero e la loro presenza all’interno della città: «Non c’è nessuna provocazione nei post che scrivo. Voglio semplicemente denunciare il problema vero di questa città, che vive di lavoro nero. È il retaggio di un popolo che vede lo Stato come un nemico». Una testimonianza significativa, che dovrebbe far riflettere un figlio di questa terra. Il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio che è tra i principali sponsor della legge che ha introdotto il reddito di cittadinanza. E che ha sempre negato il fatto che il lavoro nero possa rappresentare un problema per la proposta fatta dal Movimento 5 Stelle.

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