Nel primo mese del governo Conte, si è registrato il record di migranti scomparsi nel Mediterraneo

Non c’era mai stata una quota così alta di migranti morti o dispersi nel Mediterraneo da quando si è iniziato a registrare in maniera sistematica i numeri dei flussi dall’Africa all’Europa. Nel primo mese del governo di Giuseppe Conte, secondo i dati dell’Ispi di Milano, il 9% dei migranti che parte dalle coste africane non riesce ad arrivare in Europa: nel solo mese di giugno si sono registrati 649 morti, che è il terzo dato più alto di sempre – dopo quelli di maggio e novembre 2016, quando però le partenze erano sensibilmente maggiori -. In più, si è registrato il record assoluto di dispersi.

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Record migranti scomparsi, la drammatica tendenza nel primo mese del governo Conte

Sarà una coincidenza legata alla situazione attuale, oppure è cambiato qualcosa nella gestione delle rotte dei migranti nel Mediterraneo? Ci sono anche altri numeri che concorrono a questa ultima ipotesi. Dall’inizio dell’anno, infatti, il numero di migranti sbarcati in Spagna è praticamente pari a quello registrato in Italia (15.426 contro 16.585). In più, il numero delle partenze – 7mila dalle coste della Libia – è leggermente aumentato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il segnale, forse, che l’accordo con il governo locale stipulato dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti sta scricchiolando.

Record migranti scomparsi: le cause

L’emergenza umanitaria di questo mese di giugno – come ha fatto presente Matteo Villa dell’Ispi al Corriere della Sera, citando dati dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni e dell’Unhcr – è evidente: se prima le probabilità per i migranti di non arrivare in Europa erano del 2%, adesso la cifra si è drammaticamente impennata al 9%. Con il mar Mediterraneo che si sta confermando il più grande cimitero a cielo aperto della terra.

Avrà influito, dunque, il pugno duro del governo italiano – sulla scia delle dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Salvini – sull’incremento di questa percentuale? Molto probabile, anche se la conferma di una diretta correlazione tra questi dati si potrà avere soltanto alla fine del prossimo mese di luglio. Solo allora si capirà se questi risultati sono il frutto di una nuova, drammatica tendenza o se si è trattato di una semplice coincidenza.

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