Scrivere una recensione falsa su Tripadvisor è reato: condanna a 9 mesi

12/09/2018 di Enzo Boldi

Il Tribunale di Lecce ha condannato a 9 mesi di carcere un uomo che ha venduto oltre mille recensioni false su Tripadvisor. Una sentenza storica che mette in luce un nuovo reato anche dal punto di vista penale. L’uomo, originario della Puglia, dovrà anche pagare una sanzione di 8mila euro a titolo di risarcimento del danno e di rimborso delle spese legali.

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Il condannato è proprietario di una società pugliese che creava falsi profili e scriveva recensioni altrettanto false da pubblicare poi come commento sulle pagine Tripadvisor di ristoranti e hotel di tutto il Salento. La community del famoso sito, consultato ogni giorno da milioni di persone in tutto il mondo, si era costituita parte civile e aveva raccolto le prove contro l’azienda salentina grazie al un team interno di investigazione che è andato a supporto dei legali italiani.

La storica condanna per le false recensioni su Tripadvisor

«Si tratta di una sentenza storica per il mondo del Web – ha commentato in una nota Brad Young, dirigente di TripAdvisor -. Scrivere recensioni false ha da sempre rappresentato una violazione della legge, ma questa è la prima volta che il truffatore è stato mandato in prigione». Il portale web di viaggi (e non solo) negli anni ha investito molto nella prevenzione di frodi e negli ultimi anni sono riusciti a intercettare e bloccare oltre 60 aziende che fornivano servizi di recensioni a pagamento.

Il team investigativo di Tripadvisor a caccia di false recensioni

La vicenda che ha portato all’arresto del titolare dell’azienda pugliese risale al 2015, quando il team investigativo di Tripadvisor segnalò alcune anomalie. «Tre anni il nostro team di investigatori delle frodi ha identificato un’azienda che operava illegalmente in Italia. Questa azienda si offriva di scrivere recensioni false per i business dell’ospitalità col fine di migliorare il loro profilo su TripAdvisor». Da quel momento è partito l’iter processuale che si è concluso con una storica condanna.

(foto da Facebook)

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