Insurrezione contro la chiusura di RaiMovie e RaiPremium: lo sdegno degli attori e la risposta della Rai

A guardali saranno in pochi, ma sono agguerriti: i fan Rai Movie e Rai Premium stanno sorgendo in rete contro l’ipotesi di chiusura dei due canali. Tra loro anche Alessandro Borghi, David di Donatello per il ruolo di Stefano Cucchi, che dice «usiamo la testa per favore».

Insurrezione contro la chiusura di Rai Movie e Rai Premium

Probabilmente a viale Mazzini non si aspettavano una protesta del genere. Dai vertici della televisione pubblica è arrivata l’ipotesi di chiusura di Rai Movie e Rai Premium: colpa degli ascolti troppo bassi, i canali sono «caratterizzati da limitata audience e scarsa profilazione del pubblico».  Dal 2018  i due canali hanno viaggiato su uno share medio dell’1% o poco più. Valori troppo bassi che non attirano gli inserzionisti pubblicitari. Al loro posto, Rai vorrebbe creare un canale interamente dedicato al mondo della donna (Rai6) mentre Rai4 verrà declinato in chiave maschile, uno in lingua inglese e uno dedicato esclusivamente ai palazzi della politica. Gli ultimi due canali sono previsti dal Contratto di Servizio firmato con lo Stato, mentre sembra quasi certo che RaiScuola lascerà il piccolo schermo diventando un canale solo in streaming online.

Lo sdegno anche degli attori italiani

Sebbene il pubblico sia di nicchia, stanno scatenando un putiferio. Sui social network sono diversi i messaggi di protesta, tutti uniti sotto l’hashtag #nonchiudeteraimovie. Tra loro, anche diverse personalità dello spettacolo. Alessandro Borghi twitta che «non ha alcun senso chiudere Rai Movie. Usiamo la testa per favore», e gli fa eco Alessandro Gassman che cinguetta «sarebbe un peccato se perdessimo il cinema è cultura, è libertà» e condivide sul proprio profilo la petizione su change.org.

Sdegno anche di Vinicio Marchioni: «In fondo perché tenere aperto un canale che fa cose belle, che fa pensare e sognare? @raimovie. Siate ignoranti, rozzi, volgari e violenti. E soprattutto non pensate da soli. Mai. State a casa a vedere cose inutili». Insieme a loro anche Francesca Archibugi, il direttore della Mostra del cinema di Venezia Alberto Barbera.

Rai raccoglie l’appello e fa chiarezza: «I canali non verranno chiusi ma solo fusi»

A volte può bastare un hashtag. Dopo poche ore dall’annuncio e dalle forti polemiche nate in rete, la Rai ha diramato un comunicato stampa, in cui cerca di fare chiarezza sulla strategia che vuole adottare per la distribuzione dei contenuti cinematografici nei suoi canali. L’intenzione è di «procedere ad una migliore razionalizzazione e valorizzazione dell’offerta elaborata in base alla composizione del pubblico». Pertanto, continua la nota, Rai Premium e Rai Movie verrano fusi tra loro in modo da andare «incontro alle esigenze del pubblico offrendo meno repliche e una più ricca e varia programmazione di cinema, serie tv e contenuti originali». La Rai risponde anche a chi li ha accusati di voler dividere il pubblico on maniera sessista, tra uomini e donne, facendo riferimento ad una tradizione risalente al fascismo. «L’immagine di prodotti appartenenti a una discriminazione di genere basata su modelli relativi a decenni passati appartiene ad una narrazione fuori dal tempo, dalla logica, dall’interesse dell’attuale management e completamente priva di ogni fondamento e, in ogni caso, non appartiene in alcun modo a questo Piano Industriale» scrive la Rai nella nota, spiegando che la differenziazione dei canali è il semplice risultato dell’analisi dei target di audience, per poter aprire a contenuti che soddisfino entrambe le tipologie di pubblico. Insomma, Rai non vuole cancellare il cinema, che sarà centrale anche nel servizio di RaiPlay, viceversa scrive che «è corretto parlare di un aumento dell’offerta cinematografica, che riguarderà l’aggiornamento della programmazione di Rai4 e Rai5, senza alcuna chiusura o taglio. La Rai investe su un progetto complessivo di rilancio che si rispecchia anche nella decisione strategica di istituire due nuovi canali: uno in lingua inglese e uno dedicato alle istituzioni, realizzando quanto previsto dal Contratto di servizio».

(Credits immagine di copertina: Logo Raimovie Wikipedia)

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