Faceva prostituire la figlia 13enne. I ‘clienti’ avevano tra i 30 e i 90 anni

09/06/2019 di Enzo Boldi

Ha ‘venduto’ il corpo e la sessualità della figlia 13enne in cambio di soldi e utilità varie, tra cui l’alloggio in un capannone sfitto durante i mesi invernali. Con questa accusa la polizia di Ragusa ha arrestato una donna di origine rumena e altri quattro uomini che avrebbero preso parte agli incontri organizzati dalla madre ai danni della giovanissima figlia. I ‘clienti’ finiti in manette con l’accusa di atti sessuali con minori e violenza sessuale sono due marocchini e due italiani, tra cui un 90enne che aveva concesso loro la permanenza in una baracca di fortuna in cambio dei rapporti con la 13enne.

Una storia terribile con una povera vittima indifesa e nelle mani di una madre che, senza alcuna cura della sua salute – fisica e mentale – ha pensato di sfruttare la tenera età della figlia e le perversioni di quei braccianti agricoli, monetizzando attraverso la sua sessualità da 13enne. La giovanissima era costretta ad avere rapporti con i braccianti agricoli all’interno delle serre dei campi nei quali lavorava nonostante la sua età. Il tutto coordinato dalla madre che, tra l’altro, aveva trovato un accordo anche con un 90enne per il quale la donna faceva la domestica.

Ragusa, 13enne fatta prostituire dalla madre con uomini fino a 90 anni

Secondo quanto in mano alla polizia di Ragusa, che è arrivata agli arresti dopo alcune intercettazioni, l’anziano aveva ottenuto prestazioni sessuali con la piccola in cambio di un letto di fortuna e una doccia. «Tutti sapevano che la piccola andava con i colleghi di lavoro ed invece di denunciare anche anonimamente si voltavano dall’altra parte o peggio la cercavano per avere anche loro rapporti sessuali –  ha dichiarato la Procura distrettuale di Catania nella nota emessa sul caso -. Tutti sapevano, ma nessuno parlava».

Venduta per qualche sigaretta e della birra

Un caso di imbarbarimento e di sfruttamento senza alcuna vergogna sia da parte della madre che da quella degli altri uomini che non hanno avuto pregiudizi nell’ottenere prestazioni sessuali da una minorenne (13 anni, quindi minore e non di poco) in cambio di soldi e favori. Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni degli inquirenti, la giovanissima era stata venduta dalla madre non per cifre ingenti, ma per pochi spiccioli, qualche sigaretta e qualche bottiglia di birra.

(foto di copertina: da video della Polizia di Stato)

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