Salvini sbeffeggia Sea Watch: «Uuuhh, che paura. Mi querelano»
13/06/2019 di Enzo Boldi
Dopo l’annuncio della querela per diffamazione a mezzo stampa fatta da Sea Watch nei confronti di Matteo Salvini, lo stesso ministro dell’interno ha voluto ironizzare, mostrando i muscoli, sui social rispondendo alla notizia della denuncia da parte della ong. L’ultima volta che disse di «non avere paura», però, fu per il caso della nave Diciotti. Le sue spalle larghe, alla fine, vennero coperte dal parere della Giunta per le Immunità al Senato (prima) e dal voto di Palazzo Madama (poi) che gli evitarono il processo davanti al Tribunale dei ministri.
«Gli abusivi della Ong mi querelano??? Uuuhh, che paura (con tanto di emoticon sorridente) – ha scritto Matteo Salvini sul suo profilo Twitter -. Per gli scafisti e i loro complici, i porti italiani sono e rimangono chiusi». Al netto della solita e atavica polemica contro le Ong, appare evidente come il modo scanzonato di comunicare di Matteo Salvini prosegua sempre sulla stessa linea, anche dopo la querela Sea Watch.
Gli abusivi della Ong mi querelano???
Uuuhh, che paura😊.
Per gli scafisti e i loro complici, i porti italiani sono e rimangono CHIUSI.https://t.co/qHj1orC3Nn— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) June 13, 2019
Querela Sea Watch, la replica di Salvini
Mostrare forza, fare lo sguardo da duro, mettersi davanti allo specchio per ammirare i propri muscoli neanche si trattasse di una gara di body building. L’ostentata sicurezza sembra essere la stessa che il ministro leghista aveva nelle ore successiva all’apertura del plico con l’annuncio dell’indagine nei suoi confronti per sequestro di persona, in riferimento al caso della nave Diciotti.
Il precedente della Diciotti
Anche lì fece il duro. Sfidò, a caldo, la magistratura e il pm di Agrigento Luigi Patronaggio. Disse di non aver alcuna paura di affrontare questo processo perché lui aveva «agito nell’interesse degli italiani». Poi la strategica ritirata: prima con il coinvolgimento di Conte, Di Maio e Toninelli che presentarono le loro memorie in cui si auto-accusavano di aver fatto una scelta in quanto governo; poi con la richiesta di immunità avanzata (e ottenuta) alla Giunta del Senato, prima del voto di Palazzo Madama che gli ha fatto evitare il processo. Chissà come andrà a finire con la querela Sea Watch.
(foto di copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)